A cura di Rosa Roselli

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FAUSTO PIRANDELLO. LE NATURE MORTE

(Brescia, Museo di Santa Giulia)



     


F. Pirandello, Colazione e musica, 1954


Fausto Pirandello (Roma 1899 – 1975), figlio del celebre scrittore e drammaturgo Luigi, visse molto discretamente, oppresso dalla personalità del celebre padre che, quando venne a conoscenza dell’intenzione del figlio di dedicarsi alla pittura, gli promise di aiutarlo “purchè non avesse perduto la sua ombra”. La sua esistenza, per la continua ed incessante introspezione psicologica operata dall’artista, fu difficile. Il doversi equilibrare tra le difficoltà della vita e un senso di oscura minaccia angosciarono continuamente il pittore. Inoltre anche i padre dipingeva, seguendo però canoni prettamente naturalistici, “con la sensibilità secca, bruciata, nient’affatto sensuale “ (Cecchi).



F. Pirandello, Natura morta con fondo marino, 1933


Al contrario la pittura di Fausto è fatta di terre dense e calcinose, di luci pastose. La sua è una pittura moderna, è una pittura piena di “cose dette” (Giuffrè) e. perciò, lontana dall’accademismo e dalla letteratura.

Fausto Pirandello esordisce alla Biennale di Venezia nel 1926, poi si reca a Parigi (1928 – 1930), un soggiorno importante per la sua formazione artistica. Fausto sarà un pittore di materie e di fantasie, sarà pittore di quella modernità che il padre definì “dipinger brutto”.

La mostra di Brescia è dedicata alle “nature morte”, fatte di poche e povere cose. Lo stile è allucinato, stravagante, fortemente espressivo ed anedottico, dalle cromie limitate.



F. Pirandello, Oggetti, 1929 – 1930


Le mostre sono visitabili fino al 25 Marzo 2007


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