A cura di Rosa Roselli

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VENEZIA ‘900 

(Treviso, Casa dei Carraresi)



     


Gino Rossi, Paesaggio asolano


La rassegna proposta alla Casa dei Carraresi è dedicata a celebrare e a far conoscere la pittura veneziana in quell’arco di tempo che si colloca nei primi  Anni Sessanta del Novecento. Il fine è offrire una visione complessiva di quegli avvenimenti che hanno condotto Venezia al centro dell’arte contemporanea. Senza dubbio un ruolo importante l’hanno svolto e continuano a svolgerlo le Biennali d’Arte (la prima, inaugurata nel 1895, era finalizzata a rilanciare dal punto di vista turistico la città), ma non si può certamente sottacere il lascito di Palazzo Pesaro al Comune veneziano, con il quale si intendeva aiutare i “giovani pittori studenti poveri”.

Tra i primi pittori presenti in Laguna si ricorda Umberto Boccioni, legatosi ben presto all’Avanguardia Futurista. Poi c’è la presenza simbolista di Felice Casorati, lo Jugendstil di Zecchin, mentre il richiamo alla pittura francese è costituito da Gino Rossi che rimane, comunque, assai legato al colorismo veneto. Come dimenticare Filippo de Pisis, abile nell’unire la spazialità metafisica con la pittura di tocco; il gruppo del Realismo Magico con Oppi, Cadorin, Cagnaccio di San Pietro.



Oskar Kokoschka, Veduta della Punta della Dogana, 1948


Nell’ambito scultoreo si confrontano Arturo Martini col suo corposo arcaismo e il classicismo astratto di Alberto Viani. Il periodo del dopoguerra vede la pittura di Armando Pizzinato, a lungo attenta al realismo sociale, in opposizione al promotore del Fronte Nuovo delle Arti (1947), Giuseppe Santomaso, la cui produzione si basa su un luminoso cromatismo di tradizione veneta, per approdare all’espressionismo astratto di Tancredi.

In questa corrente pittorica c’è poi l’esperienza suprema di Emilio Vedova (Venezia 1919 – 2005) che, formatosi sull’espressionismo, ha sviluppato la sua pittura su tematiche politico-esistenziali, sperimentando tecniche e materiali di matrice dada e costruttivista.

Non può certo mancare nella mostra la rappresentazione della città stessa, vista con naturalismo poetico da Carrà, con gusto minimalista da Guidi ed altisonante da De Chirico per concludere con la grandiosa opera visionaria di Kokoschka (“Punta della Dogana con l’isola di san Giorgio”).

Sono presenti anche altri pittori stranieri come Bernard,Braque, Pollock, Jorn a testimonianza dell’attrazione fatale che Venezia esercita sugli artisti e non solo.

La mostra, brillante palcoscenico di stili eterogenei, sottolinea, con 150 dipinti, 20 sculture e 100 lettere, come un ambiente unico nella sua realtà fisica sia stato in grado di unire personalità fra loro assai diverse.



G. Cadorin, Figura verde, 1921


La mostra è visitabile fino all'8Aprile 2007


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