A cura di Rosa Roselli

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AMEDEO BOCCHI  


(Parma, Palazzo Pigorini)




A. Bocchi, Ombrellino giapponese, 1916


Amedeo Bocchi (Parma 1883 – 1976) è stato allievo di Cecrope Barilli all’Accademia di Parma, dove ebbe modo di farsi apprezzare dal maestro per le sue straordinarie doti artistiche al punto che lo stesso Barilli gli consigliò di proseguire gli studi all’Accademia di Roma. Così nel 1901 Amedeo si trasferì nella Capitale, dove si dedica alla raffigurazione della vita contadina nelle Paludi Pontine, secondo una visione non prettamente realistica.

Nei suoi lavori si possono individuare influssi simbolisti, liberty, richiami alla Secessione viennese (Klimt), ma anche echi di Matisse e Boldini, elementi che l’artista seppe ben assimilare e riproporre con eleganza nei suoi quadri, creando veri e propri capolavori. In particolare sono assai significativi i ritratti delle mogli Rita e Niccolina (entrambe morte precocemente) e, soprattutto, dell’amatissima figlia Bianca.



A. Bocchi, Bianca col cappellino, 1916


L’artista nella sua lunghissima, ma appartata, vita ha partecipato tra il 1910 e il 1928 a cinque edizioni della Biennale di Venezia, benché la sua prima personale risalga al 1923 e la seconda al 1946. Nonostante la sua riservatezza, numerosi sono stati i committenti pubblici e privati, tra cui la Cassa di Risparmio di Parma, per la quale Bocchi ha decorato la Sala Consiliare.

Dopo la morte prematura della figlia Bianca, l’artista attraversa un momento di furia compositiva e darà alla sua pittura un’impronta manieristica.

La mostra, che si snoda tra varie sedi, è una retrospettiva  di questo pittore eclettico e consta di circa 100 opere tra olii, pastelli ed affreschi. Essa, inoltre, permette al grande pubblico di conoscere non solo un maestro, ma anche un valente artista del Novecento italiano.



A. Bocchi, Autoritratto con Bianca, 1932


La mostra è visitabile fino al 27 Maggio 2007

www.mostraamedeobocchi.it


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