ARTE - A cura di Rosa Roselli
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DANIEL RICHTER

(L’Aja, Gemeentemuseum)




D. Richter, Fin de siecle, 2002

Daniel Richter (Amburgo 1962) si è diplomato all’Accademia di Amburgo nel 1995, dove ha anche insegnato. E’ stato assistente di Albert Oehlen, pittore tedesco, per il quale Richter ha realizzato quadri astratti. Infatti, secondo l’artista, tutto è astrazione, “niente altro che astrazione”, da lui intesa come metodo artistico, legato in maniera assoluta al concetto di “ideale purezza”.
Nel 2000 Richter è giunto ad una personale interpretazione della pittura figurativa, pur mantenendo segrete corrispondenze tra la brillantezza dei colori e lo stile psichedelico.
Esaminando attentamente i suoi lavori si percepisce un’astrattezza di motivi, cui corrisponde nei suoi quadri la presenza di macchie e sgocciolature. La trasformazione di Richter sta nell’evoluzione poetica degli anni Novanta, quando l’artista si volge ad un’arte narrativa che recupera la storia. Le immagini, che Richter propone, sono sempre poco decifrabili, in quanto l’artista vuole dipingere l’ambiguità del mondo. I soggetti dei suoi quadri agiscono come se fossero su un palcoscenico aperto, spesso ci sono riferimenti ad eventi politici contemporanei e infondono sentimenti di angoscia, inquietudine e violenza.



D. Richter, Alles ohne nichts, 2006-07


Anche la natura è utile all’artista per dare una struttura alla sua composizione. I colori di solito sono molto forti, perché sono “come una pubblicità, per il quadro” afferma il pittore, mentre la luce e il colore raffigurano per lui la carne.
Nelle opere di Richter frequenti sono i richiami all’arte del passato e a quella contemporanea (da Goya a Monet a Munch a Ensor fino a Polke, Immendorf e Peter Doig). La pittura “è un prolungamento della realtà” e il compito dell’artista è quello di descriverla in modo efficace, per cui la sua pittura è come se fosse eseguita con una macchina fotografica, così da rappresentare con grande realismo la noia dell’uomo e della realtà che lo circonda.
Dai quadri di Richter emerge una visione del mondo che dà preoccupazione, tuttavia l’artista invita il pubblico a non aver paura perché “è soltanto un quadro, frozen time”. Ne consegue che la sua pittura è una sequenza di momenti negativi, resi abilmente dalla genialità di un grande maestro.


D. Richter, Das Missverstandnis, 2003

La mostra è visitabile fino al 28 Marzo 2008
www.mostralecorbusier.it 



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