ARTE - A cura di Rosa Roselli
Tutti i diritti riservati
A cura di Rosa Roselli

Tutti i diritti riservati


COROT E L’ARTE MODERNA.
SOUVENIRS ET IMPRESSIONS



(Verona, Palazzo della Gran Guardia)






C. Corot, Mantes (Le matin)

Jean Baptiste Camille Corot (Parigi 1796-1875) nasce in una famiglia di ricchi mercanti. Compie gli studi a Rouen e lavora nel commercio fino a ventisei anni, quando ottiene dal padre una rendita che gli permette di dedicarsi completamente alla pittura. Allievo di Michallon e di Bertin, maestri di paesaggio d’impostazione classica, Corot elabora, durante un primo viaggio in Italia, opere originali, costituite da piccole tavole, nelle quali il paesaggio è alieno sia dalla veduta di genere sia dai caratteri precipui del paesaggio storico per focalizzarsi invece sulla luminosità dell’elemento paesaggistico. Ritornato a Parigi, l’artista dà vita ad una doppia produzione ossia da una parte quella ufficiale con paesaggi d’impronta classicheggiante, dall’altra quella privata ossia ritratti femminili e paesaggi colti dal vero. Nei successivi viaggi in Italia (1834 e 1843) Corot subisce il fascino della luce mediterranea ed elabora nuove intuizioni pittoriche.



C. Corot, La baia di Napoli con Castel dell’Ovo, 1829


Nel frattempo arrivano per il pittore il successo e la consacrazione ufficiale, ma Corot continua il suo lavoro dei pittore, fondato su un impegno incisivo e sulla ricerca dei valori tonali come valori luminosi. Questa attenzione per i valori fa sì che la pittura di Corot venga intesa come la precorritrice dell’Impressionismo. “Corot ha svolto un ruolo di passatore, perché ha saputo rigenerare la tradizione classica attraverso un lavoro di sintesi e una visione sentimentale della natura che ha trasmesso alle generazioni seguenti” (Pomarède). La mostra presenta circa 100 dipinti del Maestro e degli artisti ai quali si è ispirato o che ha influenzato, nell’arco di quattro secoli, da Poussin a Picasso, come “passatore” tra la tradizione e la modernità. Il percorso espositivo inizia con una sezione dedicata al paesaggio come genere: da quello storico al pastorale fino alla “veduta”. Nella seconda sezione troviamo Corot, definito “l’ultimo dei classici” con la sua produzione che si fonda sui canoni estetici dei paesaggisti del XVII secolo. La nozione di “souvenir” deriva proprio da quest’aspetto ossia dal suo attaccamento ai paesaggi, nei quali la natura stessa partecipa al racconto. I soggiorni in Italia sono poi l’occasione non solo per dipingere le rovine di Roma, ma anche per ritrovare la luce e il concetto di natura che i suoi “maestri” avevano elaborato nel Grand Tour. Tuttavia Corot sa proporre soluzioni nuove e variazioni proprie che avranno influsso sui suoi successori. La terza sezione vuole mostrare come Corot anticipi l’evoluzione della pittura tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Si offrono così al visitatore una serie di raffronti tra il Maestro e Sisley, Monet, Denis, Cézanne, Mondrian, Braque e Picasso.



C. Corot, Castel Sant’Angelo, il ponte e la cupola di San Pietro

La mostra è visitabile fino al 7 Marzo 2010


Archivio