Rubrica
a cura di Attilio Mazza


CHI ERA GIUDA ISCARIOTA?



Jeffrey Archer e Francis J. Moloney, «Il Vangelo secondo Giuda», Mondadori, 120 pagine, € 12.00


Jeffrey Archer, scrittore di fama internazionale, e Francis J. Moloney, teologo salesiano, autori del libro «Il Vangelo secondo Giuda», edito da Mondadori, hanno condotto un collage stimolante per ricostruire la figura di Giuda. Il loro libro è, infatti, la narrazione immaginaria, eppure filologicamente scrupolosa, del Nuovo Testamento attraverso l'esperienza di Giuda raccontata dal figlio dell'apostolo, Beniamino Iscariota, che riferisce la testimonianza paterna. Il risultato è un testo originale ricco di belle intuizioni.

Le note al testo aiutano a comprendere dove i due autori abbiano attinto per ricomporre la vicenda di Giuda. E sono, in primo luogo, i Vangeli scritti verso la fine del I secolo d. C. (Marco circa attorno al 70 d.C., Matteo e Luca nell’85 circa e Giovanni addirittura attorno al 100 d.C.). «Non conosciamo l'identità degli evangelisti – annotano gli autori con grande onestà intellettuale – in quanto i nomi Matteo, Marco, Luca e Giovanni furono aggiunti ai manoscritti verso la fine del II secolo d.C. È probabile che nessuno degli evangelisti abbia mai fatto parte del gruppo degli apostoli. Secondo la tradizione cristiana, Marco era uno stretto collaboratore di Pietro a Roma, ma non un apostolo. Matteo era un ebreo molto istruito che si convertì al cristianesimo. Il fatto che il nome del pubblicano (Levi) diventi "Matteo" potrebbe indicare che l'evangelista si identificava con l'apostolo Matteo, ma non prova nulla. Il "discepolo prediletto" del quarto Vangelo, identificato con Giovanni alla fine del II secolo d.C., era più probabilmente un ex discepolo di Giovanni Battista che divenne seguace di Gesù, e non uno dei Dodici. La Chiesa cristiana considera i quattro Vangeli "Sacre Scritture". Essi narrano ciò che Dio fece per l'umanità attraverso la vita di Gesù, i suoi insegnamenti, la sua morte e resurrezione».

I due autori, dopo aver accennato che numerosi vangeli, detti "apocrifi", non furono accettati dalla Chiesa nascente, avvertono che esiste una raccolta in lingua copta, ma originariamente scritta in greco, nota con il nome di Codex Tchacos, resa pubblica nel 1999 . «Essa contiene frammenti di un "Vangelo di Giuda" databili probabilmente al 180 d.C. Non si tratta di un vero e proprio vangelo, ma di un testo frammentario, rappresentativo di una visione gnostica della figura di Gesù tipica del II secolo d.C.; Giuda vi viene presentato come colui che, incoraggiato da Gesù a fare la volontà di Dio, mette in moto gli avvenimenti che libereranno Gesù dalla meschina condizione umana per trasformarlo in una figura divina».

Interessante l’interpretazione di Giuda sulla nascita di Gesù: essa «differisce da quella della Chiesa cattolica espressa nelle dottrine mariane, in particolare quella della verginità di Maria […].Giuda, come tutti i Giudei di formazione rigorosamente tradizionale, poteva accettare solo che Gesù fosse il primogenito nato da un regolare matrimonio ebraico».

Altre note al testo illuminano appieno la figura di Giuda. Ad esempio che l’apostolo non credesse a Gesù “figlio di Dio”, «come nella tradizione giovannea, né come fu sostenuto e infine stabilito dalla Chiesa nei concili di Nicea (325) e di Calcedonia (451)». Credette, invece, nel “figlio di Dio messianico atteso in Israele.