Rubrica
a cura di Attilio Mazza

STORIA E LEGGENDA DEL FONDATORE
DELLA RELIGIONE ISLAMICA



«Vite antiche di Maometto», a cura di Michael Lecker e di Roberto Tottoli, Mondadori, 406 pagine, € 17,00

L’Italia multietnica ha suggerito all’editrice Mondadori una nuova collana di cultura islamica, un vero evento politico-culturale. Vi saranno pubblicati ogni anno quattro volumi di testi arabi, persiani e turchi. Avrà le caratteristiche di una collezione di letteratura. Rivelerà agli occidentali, che non l'hanno mai conosciuta, la straordinaria ricchezza della tradizione islamica; e ai musulmani, che l'hanno quasi completamente dimenticata, quante ne siano le luci, le ombre e le sfumature. La nuova collana s’intitola, appunto, “Islamica”, ed è diretta da Ali Amir-Moezzi, musulmano sciita, professore e direttore di ricerche presso la Sorbona di Parigi, e da Alberto Ventura, professore ordinario di Islamistica presso l'Università di Napoli «L'Orientale».La scelta dei testi accolti nel primo volume ”Vite antiche di Maometto” è stata affidata a Roberto Tottoli, docente di Letteratura araba religiosa e Islamistica all'Università degli Studi di Napoli, autore di studi sulla tradizione biblica nell'Islam e traduttore d’importanti opere arabe. Tottoli annota che la biografia di Muhammad, Maometto, proposta nel volume è stata tratta integralmente da opere della letteratura araba musulmana scritte tra il IX e il XVI secolo. Lo scopo è quello di offrire una narrazione continua, «senza eccessive ripetizioni, né quei nomi di trasmettitori e di garanti che la storiografia musulmana generalmente premette alle tradizioni per dimostrane l'autenticità».Nella scelta delle fonti arabe Tottoli ha privilegiato quelle più antiche, che sono anche tradizionalmente le più importanti sulla vita Muhammad. Così si spiega il ruolo fondamentale di alcuni autori, accanto ai quali lo studioso ha utilizzato altri materiali narrativi. Il metodo scelto, almeno formalmente, non è quindi lontano da quello di un compilatore musulmano medievale che abbia letto le opere precedenti e abbia espunto da esse alcune tradizioni per ricostruire una propria vita di Muhammad.Ed ecco, quindi, la vita di Maometto ricca di spunti in genere sconosciuti, a cominciare dal concepimento. La madre Amina, «una volta incinta dell’Inviato di Dio» sul cui viso splendeva la luce, udì una voce annunciargli: «Tu porti in grembo colui che dominerà questo popolo, e quando nascerà dì: “Io affido all’Unico perché lo preservi dal male di ogni invidia”, e poi dagli nome Muhammad».Il profeta dell'Islam, Maometto, scrive nell’introduzione Michael Lecker professore di arabo presso la Hebrew University di Gerusalemme, «è stato uno degli uomini più influenti di tutti i tempi. Il ruolo crescente che la sua figura esercita oggi dovrebbe spingerci a studiare la sua vita e la sua opera, ma, per una serie di motivi culturali e politici, ciò non è ancora avvenuto e molti aspetti della sua biografia rimangono tuttora inesplorati. Paradossalmente, proprio nel momento in cui ci viene messo a disposizione un numero crescente di testi, gli studiosi occidentali appaiono sempre meno impegnati nella ricerca di elementi concreti al suo riguardo nella vasta collezione di fonti oggi disponibili. Poco dopo la morte del profeta, o forse quando era ancora in vita, i suoi contemporanei compresero che il loro mondo e quello dei loro discendenti non sarebbe più stato lo stesso. Di conseguenza, era del tutto naturale che molti particolari intorno a Muhammad, anche i più insignificanti, venissero tramandati ai posteri».Ma come era, fisicamente, Maometto? Lecker informa che era considerato «un uomo di notevole bellezza fisica. Una descrizione della sua fisionomia (lJilya), che risale a un acuto osservatore, lo descrive come un uomo massiccio di taglia media, dalla testa grande, con capelli fitti e ricci, un ampio viso rotondo, grandi occhi neri e lunghe ciglia. La sua fronte era spaziosa. Aveva sopracciglia lunghe, sottili e arcuate, che non si congiungevano al centro. La barba era fitta, le guance lisce, la bocca larga e i denti separati. Il collo ricordava quello di una statua d'avorio e aveva la purezza dell'argento, mentre il volto luminoso splendeva come la luna piena di notte. Era proporzionato, vigoroso, anche nel ventre e nel torace, con un ampio petto e grandi spalle. Quando camminava, sembrava che stesse scendendo per un pendio». E tra le scapole aveva impresso il “sigillo della profezia”, una specie di grosso neo della grandezza di un cece.Non pretese mai di compiere miracoli o di possedere qualità soprannaturali. Allorché venne sfidato si rifiutò sempre «affermando che la rivelazione del Corano in una chiara lingua araba era l'unico miracolo della sua esistenza. Tuttavia – informa ancora il prof. Lecker –, già durante la sua vita alcune leggende avevano creato il nucleo più o meno strutturato di una “biografia sacra”».Nonostante, quindi, le stesse affermazioni di Maometto, vennero tramandati alcuni dei suoi “miracoli”: mungere il latte da una pecora sterile, alberi che si inchinavano al suo passaggio, nuvole che lo proteggevano dal sole. E quando fu costruito «il primo pulpito (minbar), e non ebbe più bisogno del tronco di palma dove era solito appoggiarsi per tenere i suoi sermoni, la palma si mise a singhiozzare. La sua urina aveva qualità terapeutiche; l'acqua con la quale si era lavato, piena di potere carismatico (baraka), veniva riutilizzata dai devoti come medicamento; e la sua saliva possedeva proprietà curative. Durante il suo penultimo pellegrinaggio e in quello finale dell'addio, il Profeta permise ai suoi compagni di tenere i suoi capelli dopo la rasatura. Quei capelli e i peli della barba vennero conservati e successivamente cominciarono a girare il mondo islamico».Realtà e mito, dunque, sembrano fondersi nel racconto di un’esistenza che ancora oggi sta cambiando il mondo.