ESOTERICA - A cura di Attilio Mazza
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LA RELIGIONE E' INTRAMONTABILE PERCHE' RASSICURA



Pippa Norris e Ronald Inglehart, «Sacro e secolare. Religione e politica in un mondo globalizzato», Il Mulino, 382 pagine, € 26.00


Il volume di Pippa Norris e Ronald Inglehart – ambedue docenti universitari americani – proposto dal Mulino nella traduzione italiana, con il titolo «Sacro e secolare. Religione e politica in un mondo globalizzato», è importante per almeno tre motivi. Innanzi tutto per ragioni culturali, poi per il rigore metodologico e terzo perché la religione è significativa per gli individui e per la società.
La ricerca quantitativa su grande scala, scrive Gabriele Ballarino nella presentazione – «consente di osservare e misurare le tendenze globali di un fenomeno, in questo caso la religiosità, e di studiarne le variazioni territoriali, in questo caso nazionali e per grandi aree geopolitiche e culturali. Non si tratta di un macinare numeri fine a se stesso: la tecnica statistica ed econometrica è utilizzata per mettere alla prova ipotesi teoriche precise, provenienti da uno dei più antichi e importanti filoni dell'analisi sociologica. La principale di queste ipotesi è quella della secolarizzazione delle società occidentali. Specificamente ci si chiede: la religione è in declino? Oppure hanno ragione coloro che, sulla base di vari fenomeni sociali e politici degli ultimi decenni, sottolineano la resistenza dell'esperienza religiosa, e quindi sostengono che la teoria della secolarizzazione non è più valida, o forse non lo è mai stata?».
Si tratta di interrogativi che hanno suscitato e continuano a suscitare un vasto dibattito. Il libro merita di essere quindi di essere letto anche dal non specialista vale a dire da tutti coloro che sono interessati al tema e desiderano comprendere perché la teoria della secolarizzazione è sbagliata. Lo dimostra «il terrorismo internazionale, i cui protagonisti più efficienti e terribilmente efficaci sembrano essere proprio fanatici religiosi. Lo testimoniano i fenomeni migratori, i cuoi effetti si presentano spesso sotto forma di atteggiamenti e comportamenti religiosi (come nel caso del velo delle studentesse musulmane). Lo testimonia la politica, soprattutto in Europa, dove la crescente tensione tra le chiese, la cattolica in particolare, e i governi di vari paesi, su questioni che vanno dal matrimonio tra gli omosessuali ai modelli educativi, rende urgente la comprensione della reale influenza dei fenomeni religiosi sul modo in cui gli individui percepiscono ed esercitano i propri diritti di cittadinanza politica e sociale. Insomma, la religione è importante, e ne sappiamo ancora relativamente poco, in Europa ma soprattutto nel nostro paese, dove la sociologia della religione, a parte qualche eccezione individuale, non è ancora riuscita a sviluppare programmi di ricerca condivisi e convincenti: lo testimonia la letteratura citata da Norris e Inglehart, che comprende pochissimi lavori di studiosi italiani nonostante l'Italia, insieme all'Irlanda e agli Stati Uniti, risulti I tra i paesi postindustriali più religiosi».
Sembra proprio che nel terzo millennio la religione continui ad attirare perché rassicura e «interviene sui timori degli individui, prescrivendo dei comportamenti la cui osservanza dà conforto». I soprattutto ciò si constata fra i ceti più deboli e nei Paesi più poveri.