ESOTERICA - A cura di Attilio Mazza
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ASPETTANDO LA TERZA ERA DELL’AMORE E DELLA PACE



Paola Giovetti, «2012 fine del mondo o fine di un mondo?»,
Edizioni Mediterranee, 150 pagine, € 14,50


Fino a che punto le previsioni sul futuro comunicate a veggenti si possono considerarsi attendibili? Paola Giovetti, dà esauriente risposta nel suo ultimo bel saggio, «2012 fine del mondo o fine di un mondo?» pubblicato dalle Edizioni Mediterranee di Roma.
Paola Giovetti è una persona squisita che non ama il protagonismo, scrittrice colta e severa, tra le più stimate del pianeta mistero da lei indagato in tutti i versanti anche con viaggi in ogni Paese per incontrare veggenti celebri e meno. Il suo recente saggio è un’intrigante antologia sulla precognizione, da Nostradamus alle profezie di san Malachia a quelle di Jakob Lorber, «lo scrivano di Dio».
L’autrice annota nell’introduzione al suo lavoro assai istruttivo: «La fine del mondo è stata annunciata più volte: tutti – per citare subito l'esempio più famoso – abbiamo certamente presenti le ansie millenaristiche suscitate dal celebre “Mille non più Mille” che riempì di terrore i popoli per poi rivelarsi una bolla di sapone. Non essendo il mondo finito nell'anno 1000, si pensò che lo sarebbe stato nel 1033, millesimo anniversario della morte del Signore. Ci furono carestie e disordini vari, ma il mondo non finì. In tempi a noi vicinissimi abbiamo avuto la scadenza dell'anno 2000 che ha suscitato altri – seppure assai più pacati – timori. Passato senza eccessivo danno il 2001, ecco incombere il 2012, che secondo il calendario Maya dovrebbe segnare la fine dei tempi. E se scamperemo quello, sarà presto in agguato i1 2033 (gli anni del Signore più duemila), preannunciato come fine del mondo nel libro “Le profezie di Papa Giovanni” di Pier Carpi. Possiamo dar credito? Dobbiamo preoccuparci? Le varie Apocalissi finora annunciate non si sono fortunatamente rivelate veritiere».
Dall’esame di tutte le profezie – da quelle pronunciate da laici, alle comunicazioni trasmesse dalla Madonna – Paola Giovetti trae una conclusione da condividere: le predizioni fatte con una certa precisione si possono verificare solo su tempi lunghi; nessuna certezza sui tempi brevi, e quindi nessuna possibilità di agire per scongiurarli.
Quanto alla possibile fine di un mondo nel 2012, l’annuncio viene da lontano, da una profezia Maya decifrata soltanto di recente e che sta suscitando reazioni diverse che vanno dal timore al riso fino allo scetticismo più totale. Vi sono comunque fatti assai inquietanti non ancora spiegati dalla scienza come «i cerchi nel grano» che sembrano precisi messaggi mandati da un’altra dimensione a noi uomini del secondo millennio.
Può essere consolante, all’inizio del nuovo anno la profezia di Gioacchino da Fiore (1130-1202), coincidente con altre. Il monaco calabrese e abate affermò di aver avuto l’illuminazione nel 1183 dallo Spirito Santo e tramandò che la storia del mondo «si suddivide in tre Età: quella dell'Antico Testamento (Età del Padre, della legge, del timore); quella del Nuovo Testamento (Età del Figlio, della fede); e quella dello Spirito Santo, dell'Amore e della Pace. A giudizio dell'abate, quest'ultima sarebbe cominciata intorno al 1260, preceduta da sventure e persecuzioni, superate le quali si sarebbe giunti al Vangelo Eterno: la Chiesa si sarebbe trasformata e del Vangelo si sarebbe compresa e realizzata l'interpretazione spirituale». Nel 1260 non sembra proprio sia cominciata un’era di Pace! Ma forse le date contano poco per chi trasmette messaggio ai veggenti dall’aldilà. E’ comunque un rassicurante invito alla speranza.

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