ESOTERICA - A cura di Attilio Mazza
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LIBERTÀ DI COSCIENZA, DI RELIGIONE E DI CREDO



Carlo Azeglio Ciampi, La libertà delle minoranze religiose,
Il Mulino, 176 pagine, € 15,00

«La definizione del principio di laicità assegna allo Stato-comunità il compito di corrispondere alle istanze della coscienza civile e religiosa dei cittadini, indipendentemente dal criterio quantitativo dell'essere maggioranza o minoranza o persona singola, e tra essi compresi gli stranieri, essendo la libertà religiosa un diritto umano, nella latitudine del testo dell'articolo 18 della Dichiarazione universale del 1948: “Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione o di credo, e alla libertà di manifestare, isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti”». Così scrive Francesco Paolo Casavola in appendice al saggio di Carlo Azeglio Ciampi, La libertà delle minoranze religiose, edito dal Mulino, a cura di Francesco Paolo Casavola, Gianni Long, Francesco Margiotta Broglio.
Il saggio propone un testo giovanile di Ciampi oggetto della propria tesi di laurea in giurisprudenza nel 1946 e ancora oggi quanto mai attuale. Già in quel primo fervido dopoguerra il futuro Presidente della Repubblica affermò come la libertà religiosa sia un diritto fondamentale e inalienabile della persona. L’interesse, già in età giovanile, per una delle questioni di fondo della convivenza civile, fu sicuramente l’ambiente in cui nacque, Livorno, città portuale da sempre crogiolo di mille diversità, di culture, di costumi, di tradizioni e le successive esperienze: la guerra prima e la Resistenza poi.
Ciampi non poteva sicuramente immaginare, nel luglio del '46 – scrive Margiotta Broglio nel saggio introduttivo –, «che i costituenti avrebbero finito per adottare soluzioni pienamente compatibili con le formulazioni assai equilibrate da lui esposte nella dissertazione di laurea in giurisprudenza. Ma ancora meno poteva sapere, non avendo certamente avuto l'occasione e il tempo di approfondire gli studi di diritto ecclesiastico coloniale, che le sue formulazioni non potevano non trovare, come trovarono, la più attenta ed alta valutazione da parte del relatore, Costantino Jannaccone, che in esse doveva avere facilmente ritrovato molte consonanze con le sue rivendicazioni della libertà di coscienza e di religione e con la sua originale concettualizzazione dei “concordati interni” tra Stato e confessioni diverse dalla cattolica. In ultima analisi si trattava degli “accordi particolari” di Ciampi e delle “intese” dell'articolo 8, comma terzo, della Costituzione della Repubblica che sta egregiamente festeggiando il suo sessantesimo compleanno e che ha visto, tardivamente ma efficacemente, aprirsi la “stagione delle intese” a metà degli anni Ottanta grazie ai primi governi presieduti da esponenti dei partiti laici, repubblicani e socialisti, e i movimenti politici verso i quali si erano, poi, indirizzati gli appartenenti a quel Partito d’Azione che aveva visto, tra i suoi militanti, anche “il dottor Carlo Azeglio Ciampi” laureato con il massimo dei voti e la lode in Diritto ecclesiastico all’Università di Pisa il 26 luglio del 1946».