ESOTERICA - A cura di Attilio Mazza
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Da questa settimana Esoterica ospita i contributi di Marcello Carraro, ricercatore spirituale che da anni indaga, attraverso letture e contatti, i problemi relativi alla realtà dello spirito che non si esaurisce nella conoscenza terrena ma prosegue in altre dimensioni in una evoluzione infinita.

INCONTRI VIII

Le religioni


di Marcello Carraro




In precedenza - e necessariamente - abbiamo già parlato di religioni e, purtroppo, quasi mai in senso positivo a causa dell'interminabile serie di lacune di cui sono costellate e per le immani difficoltà che hanno creato all'uomo in tutti i tempi conosciuti, palesatesi nella nostra epoca con forza dirompente.
Le religioni hanno avuto la funzione storica di dare una dottrina alle masse, offrire cioè loro elementi di pacificazione esteriore e interiore, quando le culture di pensiero e di liberazione individuale non esistevano. Nel nostro tempo la situazione è cambiata perché esiste una più o meno grande libertà di interpretazione e di opinione individuali. Tale condizione è di per sé fortemente oppositiva alle dottrine religiose e rappresenta un nuovo sviluppo della storia, sempreché, ovviamente, si abbia un obbiettivo e si sappia dove andare.
Immersi in questa nuova condizione storica dovremmo renderci consapevoli che stiamo vivendo tempi eccezionali, un momento straordinario di transizione, mai verificatosi in precedenza nell'umanità. È indubbio, infatti, che svolte storiche di inconcepibile portata si sono attuate in tempi brevissimi per l'uomo, sopravanzando le sue stesse possibilità di comprensione, e interessando principalmente scienza, tecnologia e comunicazioni.
Le religioni sono state investite frontalmente dalle logiche e dalle conseguenze di questo momento storico, ed esse si presentano al Terzo Millennio nella loro immobilità statica, passiva, senza che in esse vi sia più la forza e la capacità di ritrovare e rilanciare i grandi messaggi spirituali originari. In un certo senso si sono trovate svuotate internamente, conservando la struttura esterna, la facciata sociale, rituale, convenzionale, di fronte alla società meno attiva e meno attenta e preparata interiormente. In questo senso il crollo delle religioni è già avvenuto nell'essenza stessa della loro realtà originaria, di comprensione, adeguamento e sviluppo spirituale del messaggio originario.
A ben vedere tutte le religioni - in varie forme - hanno condotto un'azione diversa dagli obbiettivi originari per cui sono nate. Tali forme diverse hanno tutte trovato la strada verso il dominio del corpo dell'uomo, con tutte le conseguenze possibili in questo senso. Hanno cioè operato in maniera inversa al messaggio originario, innestando su questa condizione altri errori di fondo, causati dalla mancanza di comprensione della condizione umana e soprattutto di quella relativa al processo evolutivo.
La decadenza inarrestabile delle religioni è cominciata da tempo perché non hanno saputo comprendere e riconoscere proprio questo elemento fondamentale: che l'uomo evolveva, e ciò che era giusto dire duemila o anche millequattrocento anni fa, oggi in buona parte è superato. Le stesse riforme - ove si sono verificate - sono state anch'esse superate. E grandi figure riformatrici non appaiono all'orizzonte. Ciò ha un profondo significato in sé, dal quale si possono trarre logiche conseguenze da cui risulta che l'epoca storica delle religioni sta inesorabilmente tramontando.
L'evoluzione della società umana - per quanto lenta - ha superato in larga parte gli insegnamenti e le pseudo-verità religiose statiche e passive, dimostrando che esse - in larga parte - non erano per nulla eterne ed immutabili, mettendo con ciò in crisi di credibilità tutto il sistema religioso del mondo. Ciò che resiste sono forme fanatiche o di conservazione. Ma sono ormai retroguardie senza forza e spinta di reale valore spirituale.
La velocità della transizione ha come conseguenza di lasciare gli uomini privi di precisi valori di riferimento, che pur esistono e devono continuare. I tempi della transizione sono stati troppo rapidi, e non sono state mantenute e programmate basi di orientamento umanistico; in altri termini si è buttato via il bambino con l'acqua sporca. Siamo di fronte ad una situazione d’impreparazione globale dei massimi contesti strutturali e di riferimento dell'umanità: economici, religiosi, umanistici, ecc.
L'immobilismo spirituale, e gli errori di obbiettivo e di prospettiva, sono stati tali, e di enorme portata, che ora l'ambito religioso non riesce neppure a vedere quali nuove e precise strade di rinnovamento siano percorribili, ammesso che esistano e siano ravvisabili e praticabili nel nostro momento storico.
Gli osservatori più profondi e spiritualmente preparati non si sono certamente meravigliati per il maturare di una situazione di questo genere, perché tutte le religioni hanno in sé una serie di nemesi, teologiche, storiche, culturali, dirompenti e profondamente connaturate alla loro stessa realtà. Le religioni in varia misura - nel momento contemporaneo - gridano, pretendono, e richiamano al rispetto della loro identità e della loro tradizione, come dire che bisogna rispettare l'ignoranza e l'arretratezza culturale che vogliono continuare ad esprimere, come se un maestro dovesse inchinarsi e rispettare l'ignoranza dei suoi allievi. Basti un esempio: le due maggiori religioni monoteiste non hanno neppure saputo maturare la parificazione della donna in ambito religioso o sacerdotale.
Questa è l'alienazione che aleggia pesantemente sul mondo, e che qualche filosofo contemporaneo ha dovuto riconoscere; peccato che siano forme di neonichilismo, di scarsissimo valore spirituale per l'uomo dei nostri tempi. Anche la filosofia ha deragliato ampiamente dai suoi compiti fondamentali e non compare un nuovo Leibniz che ricordi all'uomo la sua monade-Spirito, né qualcuno che vada oltre Spinoza.
Paradossalmente (ma non tanto!) è invece la scienza che si sta spingendo verso nuovi orizzonti; la cosmologia di Hawking e di Hoyle, la fisica di Charon si stanno affacciando a nuove visioni della struttura dell'Universo, ma i risultati per il momento sono fortemente frammentari, se non palesemente confusi. Importante è uscire da certe condizioni di chiusura e affermare i principi, non importa se le teorie sono momentaneamente distorte, o del tutto sbagliate: il cammino inizia con i primi passi.
Il disgregarsi delle vecchie religioni ha paradossalmente il compito di ridare e restituire all'uomo la sua libertà interiore e il coraggio di una sua ricerca personale ed autonoma, cioè di rigettarlo in se stesso e nella sua interiorità. Certamente il processo sarà molto lungo e lascerà moltissimi nello smarrimento e nella confusione: e a questo punto bisogna fare molta chiarezza!
Stiamo parlando dell'interiorità dello Spirito e non quella delle regole interiori, personali, sociali, eccetera; scambiare i punti sarebbe un gravissimo errore. Le religioni hanno imposto regole educative, etiche, morali, ecc., che ci appaiono buone, accettabili e conseguenti. Ma in realtà sono le risultanze estremamente condizionanti di un processo storico e di pseudo-civilizzazione. Sono esiti che le religioni stesse hanno voluto e attuato, e a cui l'umanità ha soggiaciuto in larghissima parte, con danni e distorsioni di proporzioni inconcepibili che si tendono sempre a tacere e a nascondere. Anche a tal proposito gli esempi potrebbero riempire interi volumi, e questa è stata l'immane trappola e l'inganno delle religioni sulla libertà dello Spirito e delle sue vere necessità!
Certamente occorreranno ancora molte generazioni per giungere a una nuova consapevolezza, e la strada sarà costellata di innumerevoli errori di direzione e di prospettiva. Ci troviamo però davanti ad un processo utilissimo per l'uomo, di continuo confronto tra ciò che è vero e ciò che è falso e imposto; una strada di liberazione interiore e di riscoperta dello Spirito.
Con l'augurio che ognuno sappia trovare e percorrere questa strada.


(© copyright Marcello Carraro)

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