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Carlo Lapucci


Dizionario dei proverbi italiani


Mondadori, 1854 pagine, € 28.00

«I proverbi ci arrivano spesso da mondi assai remoti e l’ermetismo col quale rappresentano gli aspetti più diversi della realtà li può rendere enigmatici fino a farli risultare incomprensibili. Un commento che integri e contestualizzi il loro dettato lapidario si rende indispensabile e se ogni proverbio è un frammento di sapienza popolare, secondo una definizione assurta a luogo comune, si consideri che altrettanta ce ne vuole perché il proverbio sia compreso fino in fondo: una sapienza fatta di conoscenze storiche, di indagine filologica, di acume interpretativo».
Alberto Nocentini, ordinario di Glottologia  all’Università di Firenze, così scrive presentando il Dizionario dei proverbi italiani, di Carlo Lapucci, edito da Mondadori. L’autore, linguista e letterato fiorentino, ha raccolto in questa opera ben 25.000 detti memorabili e di ciascun frammento di saggezza popolare, riguardante ogni aspetto dall'esperienza umana, ne traccia le origini e la storia.
Il volume – annota ancora Nocentini – giunge in un momento quanto mai opportuno per conservare la continuità della memoria collettiva, «messa oggi a repentaglio dalla possibilità illimitata di attingere informazioni per via telematica dalle fonti più disparate», spesso approssimative e scarsamente attendibili. Ecco, quindi, la necessità  di poter disporre di opere che possano costituire un punto di riferimento sicuro.
Il volume si apre la parola Abate («Come l’abate canta, i frati rispondono») e si chiude con Zuppa («Se non è zuppa è pan bagnato»). Con quest’ultimo proverbio si vuol significare che se «non è così poco ci manca, è qualcosa di simile, di poco diverso. Si commentano con questo detto due cose, che, quasi uguali, si vogliono far passare come molto diverse».
Basta questa esemplificazione per indicare il criterio con cui è stato compilato il Dizionario dei proverbi italiani di Lapucci che si affianca alle altre analoghe grandi opere pubblicate in questi anni dalla Utet e da Zanichelli. Il volume si apre con un’ampia introduzione in cui l’autore definisce il significato dei detti, ne traccia la storia dalle più antiche civiltà – mesopotamica, egizia, greca, latina – sino ai nostri periodi storici: Medio Evo, Umanesimo, Rinascimento, Seicento, Settecento e quindi dall'unità d'Italia ai giorni nostri.
Si può osservare, infine, che i proverbi “parlano” anche di se stessi quasi in un gioco di contraddizioni. Se affermano, infatti, che «I proverbi non sbagliano mai », avvertono pure che «Neanche i proverbi vanno d’accordo», perché essendo lo specchio della vita ne riflettono le contraddizioni. Per cui se «I proverbi son tutti provati», è altrettanto vero che «Con un proverbio si va poco lontano», non aiuta molto a operare concretamente. Ma costituiscono pur sempre la memoria dei popoli. E vale quindi la pena di conoscerli.

Attilio Mazza



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