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Barry B. Powell
«Omero»
Il Mulino, 238 pagine, € 13,00

La figura di Omero costituisce un vero enigma. Chi era veramente l'autore dell'«Iliade» e dell'«Odissea», i due poemi che hanno fondato l'immaginario letterario dell'intero Occidente? All’interrogativo cerca di rispondere Barry B. Powell, docente di Filologia classica nell'Università del Wisconsin a Madison, autore del saggio edito dal Mulino «Omero».
L'Omero dei filologi non è ovviamente quello degli storici. Per loro esiste «il testo di Omero, comunque egli possa averlo scritto. L'indagine sull'origine di questo ipotetico oggetto, questo testo, costituisce la famosa “Questione omerica” (dal latino quaestio, “indagine”), un tema centrale negli studi umanistici per più di duecento anni. Quando si è formato questo testo? Dove e perché? In che modo, e chi ne è stato l'autore? Come si presentava? Se solo noi sapessimo da dove provengono i poemi, potremmo sapere da dove proveniamo noi stessi, o almeno una buona parte di noi. Dal punto di vista culturale, siamo i figli di Omero», scrive l’autore del saggio informando così della prospettiva da cui muove.
Per trovare la fonte di qualcosa, la sua origine, bisogna andare indietro, come se risalissimo la corrente in direzione inversa, fino ad arrivare al punto in cui l'acqua inizia a scorrere. In fisica questa fonte rappresenta l'inizio dell'universo, mentre nell'àmbito degli studi omerici tale sorgente coinciderebbe con la prima redazione del testo di Omero. In qualche caso si è pensato che vi fossero molte «prime redazioni», ma le varianti documentate nelle versioni superstiti del nostro Omero sono così irrilevanti che non può essere esistita che una sola prima redazione, quella che Powell appunto cerca.


Attilio Mazza