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Maurizio Bettini
Affari di famiglia. La parentela nella letteratura e nella cultura antica.

Il Mulino,382 pagine, € 28,00

«In un celebre passo della Città di Dio, Agostino descrive il senso di orrore che, a suo avviso, circonda il matrimonio tra cugini. I cugini (consobrini) si chiamano tra loro “fratelli” (fratres), e sono tra loro come fratelli germani: per cui l' “umana vercondia” spontaneamente vieta di desiderare coloro verso i quali la parentela impone di portare rispetto e onore. Ma del divieto in generale, che colpisce il matrimonio fra consanguinei, e dunque della necessità di trovare coniugi fuori dalla ristretta cerchia parentale, Agostino porta anche una giustificazione più ampia e dal contenuto sociologico assai profondo. Affinché concordia regni fra gli uomini. continua infatti, la ratio della carità prescrive che i legami e gli appellativi di parentela si distribuiscano il più ampiamente possibile fra le persone, ed evitino di concentrarsi in un solo individuo. Il matrimonio fra consanguinei, invece, tende proprio a concentrare legami e appellativi. Padre e suocero sono termini diversi, che debbono toccare a persone diverse: allo stesso modo, non deve accadere che la “madre” sia a un tempo “madre” e “suocera”». E così di seguito. Per Agostino, dunque, l' esogamia trova la sua ragion d essere nella necessità di moltiplicare le colleganze, disseminando i ruoli e i termini parentali fra il maggior numero possibile di persone differenti: solo in questo modo è possibile rafforzare ed estendere quella rete di rapporti, istituiti dal1a parentela, che tiene insieme (in concordia) la società umana».
Con questo brano Maurizio Bettini docente di Filologia classica nell'Università di Siena e studioso di antropologia del mondo antico, introduce il suo novo saggio edito dal Mulino, Affari di famiglia. La parentela nella letteratura e nella cultura antica.
Lo studio delle forme della parentela, da sempre al centro della riflessione antropologica, consente d’illuminare – come dimostrano le pagine di questo saggio – il cuore stesso di una società. Le regole in base alle quali si stabiliscono filiazione e matrimonio, parentela paterna e parentela materna; il modo in cui si acquisiscono gli affini. E soprattutto il modo in cui ci si comporta nei confronti dei numerosi membri di un gruppo di parentela, costituiscono altrettante manifestazioni di umanità.
Il testo illustra al lettore d'oggi la concezione antica, romana in particolare, della famiglia: dalla terminologia di parentela ai divieti matrimoniali, al contesto religioso, infine al ricorrere di temi parentali nella letteratura (Seneca, Ovidio, Virgilio, Sofocle), a riprova di come la parentela prenda forma, e nello stesso tempo funga da stimolo creativo, all'interno della cultura antica.


A cura di Attilio Mazza