CULTURA - A cura di Paola Bonfadini

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Cose gardesane
Appunti sull'infinito:
il Duomo di Salò

Si va a Salò. Ottima idea.
Ho appuntamento con una cara amica d'infanzia, compagna di banco dalla prima elementare nel lontano 1972. Passeggiata nuova in legno. Splendido golfo. Sullo sfondo, il Duomo di Salò.
I bambini fanno il corso di vela.
Il figlio della mia amica dorme beato nel passeggino. Apre gli occhioni azzurri e sorride. Incantevole, come il golfo del paese.
Le chiacchiere s'intrecciano con i nostri passi. Qualche piccolo acquisto, poi ci lasciamo.
Proseguo. Non posso non vedere il Duomo. Lo conosco come le mie tasche quasi o m'illudo di conoscerlo.
Sono all'interno. Nella penombra, i noti capolavori d'arte e cultura. Il compianto ligneo dolente e umano nella cappella di destra emerge nella penombra davanti alla pala con San Gerolamo di Zenon Veronese; in fondo, la Cappella del Crocefisso con gli affreschi del cremonese Malosso.
Ma è il presbiterio che cattura l'attenzione, quasi chiesa nella chiesa. Il Crocefisso rinascimentale di Giovanni Teutonico è appeso nel vuoto, dietro si delinea l'altare ligneo di Pietro Bussolo con dipinture del Foppa, monumento imponente. Ai lati, le belle cantorie con l'organo. Mi avvicino e osservo meglio: le cantorie sono tutte in legno dipinto e dorato con i simboli degli Evangelisti e dei Dottori della Chiesa, con angeli dai visi rosei e paffuti, tra le ante eseguite da Palma il Giovane e dall'Aliense.
Alla destra dell'altar maggiore, una lieve Natività di Zenon e, alla sinistra, l'Adorazione dei pastori di Andrea Celesti. Ed è forse il pittore veneziano che spartisce con Zenon spazi e importanza nel luogo. Lungo la navata di sinistra, infatti, molte sono le tele del Duomo o provenienti da altre chiese lesionate dal terribile terremoto d'inizio Novecento. Fra i tanti, la Liberazione dal carcere di San Gerolamo Emiliani, l'Immacolata fra angiolotti rosei e grassottelli.
Verso l'entrata, un potente Romanino.
Dal fondo, ammiro l'insieme con le volte a crociera, le luci soffuse.
L'unica nota stonata?
I turisti stranieri in versione quasi "balneare" che, incuranti del luogo sacro per tanti e comunque oggetto di doveroso rispetto, entrano sbracati ed ineleganti e fotografano senza chiedere permesso.
E le opere d'arte sopportano immobili e pazienti. Noi umani, un po' meno.