Il pianeta di Paola Bonfadini

SESSANTAQUATTRESIMA TAPPA


In un mare di stelle:

Capitan Harlock - L’Arcadia della mia giovinezza di Legiji Matsumoto


Ha senso parlare oggi di Capitan Harlock?

Sì. Almeno per quelli della mia generazione, cresciuta a biberon e robot spaziali.

Noi ragazzi e bambini, nati alla metà degli anni Sessanta del Novecento, ricordiamo l’epica lotta del pirata dello spazio contro le inquietanti aliene Mazoniane, bellissime e spietate. Rammentiamo con un po’ di nostalgia la prima serie trasmessa negli anni 1979- 1980 in Italia sulle reti nazionali.

Si ripiomba in un passato sentito lontano, quasi trent’anni: Rino Gaetano, la “A 112 Innocenti”, le macchinine “Bburago”. Certo, anche e purtroppo periodo di violenza terroristica in Italia: la sciagurata e criminale “strategia della tensione”.

Eppure… Noi ragazzini del tempo, senza elaboratore elettronico e senza cellulare, spesso ancora con la televisione in bianco e nero, seguiamo trepidanti le avventure dell’affascinante eroe spaziale.

Qualche canale satellitare, ora, riprende a trasmettere l’antica serie. Sono acquistabili i dvd, anche in lingua originale giapponese.

E ci lasciamo piacevolmente vincere dalla tentazione, come diceva, forse, George Bernard Shaw.

Leggo su di una rivista, Topolino, acuta e colta lettura, che stanno uscendo i dvd nel trentennale della trasmissione in Giappone. Cosa faccio? Vado in libreria e inizio ad acquistare le puntate. Una sera, comincio a guardare gli episodi: bella grafica, i personaggi sono gli stessi, ma… Non proprio, i toni narrativi risultano molto più cupi e tenebrosi. Che paura!

Penso: sarà l’edizione ‘tagliata’, censurata, in Italia. Leggo la copertina. Cambia il nome: Capitan Herlock. Mah… Alla fine, dopo aver consultato il fido e preparato commesso d’una fumetteria, viene svelata la verità. Non è la serie del 1978, ma quella realizzata apposta per l’anniversario d’uscita in Italia.

No, allora. Meglio aspettare.

Per capire l’‘Harlock -pensiero’, occorre fare un passo indietro. Fornitissimo negozio di fumetti e dvd: entro e il solito giovane commesso appassionato di Harlock mi consiglia il film Capitan Harlock - L’Arcadia della mia giovinezza. Va bene, compero il tutto e un’altra produzione nipponica intitolata Gost in the Shell (Lo spirito nel guscio), lavoro di cui mi riprometto di parlare.

Molto volenterosa mi godo il lungometraggio. Leggo le indicazioni: titolo originale; uscita nelle sale il 28 luglio 1982; soggetto originale di Leiji Matsumoto; regia di Tomoharu Katsumata, sceneggiatura di Yooichi Onaka, animazione di Kazuo Komatsubara, produzione Toei Animation e Tokyu Agency; musica di Toshiyuki Kimori. In Italia, la prima messa in onda avviene nel 1985 su Italia 7 e nel 1998 su Italia 1 con i doppiatori Marcello Cortese (Capitan Harlock); Maria Teresa Letizia (Esmeralda), Natale Ciravolo (Toshiro), Maurizio Trombini (Zoran).

Perché guardare la pellicola? Per noi appassionati è una sorta di viaggio a ritroso, in grado di rispondere ad ‘importanti’ interrogativi: perché il protagonista è privo di un occhio? Perché la nave stellare sembra viva?  Chi è Maya? E così via.

Ecco, il film risponde a simili domande. In una Terra corrotta, una minacciosa razza aliena, gli Umanoidi di Illumidus, conquista il pianeta  e vuole diventare padrona della galassia. Harlock è un ufficiale dell’esercito del nostro pianeta, ma si ribella in nome della libertà. Rimane menomato in un scontro a fuoco con gli avversari. Maya, la donna amata, fa parte di un’organizzazione clandestina contro gli invasori. Nella lotta senza tregua, il pirata è aiutato dall’audace pirata spaziale Esmeralda, da Zoll, mercenario del pianeta Tokarga, e da Toshiro, amico e progettista dell’astronave Arcadia, dotata di un’esistenza propria. Seguiamo, perciò, le varie situazioni, la morte dell’amata, la distruzione del pianeta Tokarga, di cui l’unico sopravvissuto è un oscuro uccellone che accompagnerà d’ora in avanti il capitano.

Si arriva, quindi, allo scontro finale tra gli extraterrestri e i nostri eroi. Si respira l’etica dei samurai nel codice guerriero e nel rispetto reciproco fra il pirata e il comandante nemico Zoran. Si evidenziano, inoltre, i valori shintoisti della solidarietà, dell’amicizia che supera epoche e difficoltà.

Ci appassioniamo alle vicende, nel rispetto del ‘fanciullino’ che è in noi e che vale la pena di salvaguardare da tutti gli attacchi del cattivo gusto e della volgarità. La pellicola, però, non pare un vero film, quanto piuttosto l’insieme di tanti episodi come fosse un ciclo televisivo.

Tuttavia, pur a distanza di anni ed essendo ormai una ‘persona matura’, provo un non so che, commozione?, di fronte al coraggio di Esmeralda, fedele amica di Harlock, e nell’assistere al disperato addio del protagonista all’amata morente, mentre le promette: “Ti porterò via come me, nel mare di stelle”.

Sono invecchiata.

O ringiovanita?

Per saperne di più

- LEIJI MATSUMOTO, TOMOHARU KATSUMATA, YOOICHI ONAKA, Capitan Harlock - L’Arcadia della mia giovinezza, Toei Animation e Tokyu Agency 1982.