COLLANA FLYLINE



N° pagine 134
Formato 15 x 21
Codice ISBN 88-88847-62-6
Prezzo di copertina 10 Euro

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Autore: Sandro Prati
Titolo: Il figlio del maiale

Collana: FlyLine

Genere: Narrativa

Il padre è stato assassinato, ma la vera vittima è il figlio, perché vive in una famiglia distrutta, dove gli affetti non leniscono il dolore ma ne generano solamente dell’altro, dove la madre tradisce la memoria amoreggiando con un altro e la sorella diventa prostituta,  accumula rabbia e impotenza, è portatore di una eredità di vendetta fatale e alla fine diviene anch’egli assassino. L’ultimo romanzo di Sandro Prati sembra una pièce da tragedia greca.
Michele uccide l’omicida di suo padre certamente per vendetta, ma di che cosa si vendica? Michele non ha un’ideologia, né un odio personale mirato, né un codice di valori.
La giustizia dello Stato non esiste, essa è comple-tamente vanificata dagli interessi politici e nulla può, o vuole, fare nei riguardi del singolo, anzi la Legge mette in libertà vigilata il Gègia, uno degli assassini del padre, e gli permette di parlare impunito di fronte ad una platea universitaria.
La religione non fornisce soluzioni accettabili: Don Lento è impotente di fronte alle capacità dialettiche di Michele, nella religione non trova risposte che possano aiutare il ragazzo, ne diviene amico ma può solo aiutarlo a “sopravvivere” e non a “vivere”. 
Nessun rapporto affettivo è sano o “puro”: in quello tra Michele e Virginia aleggia l’alone dell’incesto, in quello tra la Madre e il Paci quello del tradimento e del senso di colpa, tra Gigi e Virginia non esiste alcun tipo di rapporto se non quello dettato da una arrendevole convenienza (“in fondo stiamo bene”).
E’ allora il “destino” a trascinare Michele all’omicidio? Diciamo meglio che questo destino è la “discendenza” dal Padre in sé e per sé. Essa condanna il Figlio a quel vano tentativo di portarsi la memoria e l’onore del passato in un presente che l’ha negato con disinvolta e misera leggerezza. Michele si vendica non dell’assassino materiale del padre, ma del mondo che del padre (dei “padri”) si è dimenticato. Uccide per ricordare.