|
|
||
A cura di Rosa Roselli Tutti i diritti riservati |
|||
GEORG BASELITZ
|
|
||
Hans Georg Kern nasce nel
Nella prima personale berlinese (1961) si firma con lo pseudonimo ricavato dal suo luogo natio: Baselitz. Il suo linguaggio pittorico nasce dal forte cromatismo della pittura espressionista tedesca, si articola in vari momenti creativi, nei quali Baselitz cerca l’equilibrio tra la rappresentazione e l’astrazione delle figure dipinte. Baselitz dà vita così ad una serie di cicli: Idoli, Helden (Eroi), Fraktur (Frattura), che sono momenti significativi di quel periodo.
G. Baselitz, Lockriger, 1966
Verso la fine degli Anni Sessanta si verifica un cambiamento fondamentale nella produzione dell’artista, quando ha la piena consapevolezza che “le basi delle tue opere precedenti sono state rimosse”. Baselitz muta radicalmente i processi di elaborazione artistica e, provocatoriamente, rovescia, a partire dal 1969, le sue figure: il che significa rinunciare alla tradizionale sicurezza per approdare ad una raffigurazione schematica. Baselitz obbedisce in questo modo alla sua volontà di rinnovamento, egli vuole compiere un’operazione pittorica “pura”, nella quale il soggetto perde la priorità rispetto al colpo di pennello. Nel 1980 espone al Padiglione tedesco della Biennale di Venezia “Modello per una scultura”. Si dedica anche all’incisione e, nel 1989, è nominato “Cavaliere dell’ordine delle Arti e delle Lettere” in Francia e riceve il “Praemium Imperiale” a Tokio. Alla fine degli Anni Ottanta le sue figure ritornano diritte. L’artista, inoltre, si è sempre rifiutato di confrontarsi con i temi politici, perché chi, secondo Baselitz, cerca una protezione, non è un buon artista. I quadri esposti in mostra sono molto coinvolgenti; sono lavori che permettono di entrare nel mistero dell’artista; sono la chiave per accedere ad un complesso movimento culturale europeo, per cui si può comprendere il ruolo trainante di Baselitz non solo nei confronti della sua generazione, ma anche di quella successiva, tedesca e italiana, che ha riscoperto il fascino del dipingere.
G. Baselitz, Doppio ritratto a cavallo: l’uno come ombra dell’altro, 2002
|
|||
Archivio |