A cura di Rosa Roselli

Tutti i diritti riservati


ANTONIO CANOVA.
IL PRINCIPE HENRIK LUBOMIRSKI
COME AMORE

(Possagno, Treviso, Gipsoteca Canoviana)




A. Canova, Adone coronato da Venere, Gipsoteca di Possagno


Antonio Canova (Possagno1757 – Venezia 1822) si forma a Venezia, dove frequenta dapprima la bottega dello scultore Bernardi per poi passare alla scuola del nudo all’Accademia. I primi lavori gli procurano il denaro necessario per recarsi a Roma che diventerà il luogo principale della sua attività. Anche in questa città Canova segue con passione le lezioni all’ Accademia di Francia e al Museo capitolino, entrando in contatto con l’ambiente internazionale che aveva reso la Capitale il centro della nuova teorizzazione classicista. Nel “Teseo sul Minotauro” (1781 –83 – Londra, Victoria and Albert Museum) Canova sembra concretizzare la lezione classicista  proposta da Winckelmann ossia “la nobile semplicità” e “la quieta grandezza”. Questo lavoro gli procura numerose ed importanti commissioni: dai monumenti funebri dallo schema piramidale al corteo di dolenti nel monumento dedicato a Maria Cristina d’Austria, mostrando come il tema della morte fosse una presenza costante nella cultura neoclassica. Tuttavia la fama di Canova è legata alle opere di soggetto mitologico: “Amore e Psiche” (Louvre), “Venere e Adone” (Ginevra), “Ebe” (Berlino), il gruppo delle “Grazie” (Leningrado). Sono sculture di notevole e raffinata sensualità, però senza passione, secondo l’ideale di grazia teorizzato dal Winckelmann (“il piacevole secondo ragione”).



A. Canova, Amore e Psiche, Gipsoteca di Possagno



In questo contesto si colloca il ritratto del principe Henrik Lubomirski, commissionato a Canova, nel 1785, dalla principessa Elzbieta Czartoriski Lubomirski che aveva questo bellissimo ragazzo, lontano parente del marito, come suo pupillo e lo portava a Roma perché Elzbieta stava compiendo il Grand Tour in Italia. Il ritratto fu per Canova laborioso a causa della timidezza del giovane ed infatti riuscì a modellarne dal vero solo il viso, per il nudo fece riferimento ad un’antica statua. Il giovinetto è rappresentato come il dio Eros; nella mano sinistra tiene l’arco d’amore appoggiato a terra, il busto è  leggermente piegato verso il tronco d’albero e la testa dalla fluente chioma è rivolta a tre quarti sulla sinistra. La scultura fu allora portata in Polonia, nel castello Lubomirski a Lancut, e sistemata davanti ad una tappezzeria cinese sulla quale è raffigurata una Fenice cui tutti gli uccelli rendono omaggio. L’eccellente opera, proveniente dalla Polonia, è oggi esposta nel Salone d’onore della Casa del Canova ed è accompagnata nella Gipsoteca da altre 32 opere, disposte secondo un percorso dedicato alla celebrazione dell’amore e della bellezza. Tra le sculture esposte possiamo ricordare il gesso originale di “Amore e Psiche stanti”, il dipinto “Cefalo e Pocri”, i bozzetti in terracotta, la famosa scultura di Paolina Borghese Bonaparte, ritratta come “Venere vincitrice” (Roma). Dopo il 1815 Canova inizia un processo di revisione della sua ideologia classicista, propendendo per le tendenze “puriste” proposte da Ingres e dai nazareni tedeschi.

Canova è l’ultimo rappresentante dell’arte italiana in Europa e con il declino delle arti e della cultura neoclassica anche la sua fortuna conobbe una rapida eclissi.



A. Canova, Il principe Henrik Lubomirski come Amore


La mostra è visitabile fino al 1 Novembre 2007



Archivio