ARTE - A cura di Rosa Roselli
Tutti i diritti riservati
A cura di Rosa Roselli

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LA FORZA DEL BELLO.
L’ARTE GRECA CONQUISTA L’ITALIA

(Mantova, Palazzo Te)

“Qui, per la prima volta, per influsso di una civiltà importata, la nostra città di Roma, si affinò culturalmente. Affluì infatti dalla Grecia non un tenue ruscello, ma un copiosissimo fiume di arti e di scienze” (Cicerone)




Statua di Niobide


Roma inizia il suo processo di acculturamento nel III se. a.C., quando si accinge a conquistare la Magna Grecia e l’Oriente ormai ellenizzato. Dapprima i Romani conoscono l’arte greca attraverso i bottini di guerra, poi, con la continua e progressiva conquista del mondo greco, imparano ad apprezzare le opere greche destinate all’arredo delle ville e delle abitazioni urbane. Possedere opere greche è segno di prestigio, anche se i conoscitori e i reali estimatori sono molto pochi negli ultimi decenni della Repubblica Romana, tra i quali ricordiamo Lucullo e il pretore Verre. Anche Cicerone abbellì la sua villa di Tuscolo con statue che ricordavano le scuole filosofiche di Atene.
A partire dal II secolo a.C. giungono a Roma i primi scultori greci che con le loro opere cambiano il volto dell’Urbe, mentre il commercio artistico diventa sempre più intenso e, per fronteggiare l’accresciuta richiesta, si procede alla produzione di copie.




Torso Kouros Milani (520- 510 a .C.) e Testa da Osimo


L’arte romana dell’età augustea è soprattutto formata da riproduzioni di opere greche, ma non si deve pensare a pura imitazione perché gli artisti, pur mescolando elementi greci di vari periodi, elaborano un nuovo linguaggio figurativo, col quale realizzarono opere pittoriche e scultoree originali per i temi politici come quello della lode dell’imperatore, per il quale l’arte greca non aveva modelli da offrire. I Romani, appropriandosi di una cultura già compiuta, ma giudicata esemplare e, quindi, degna di essere riprodotta, cercarono di diventare parte di questo mondo culturale.



Rilievo funerario: particolare raffigurante un cavaliere (440-430)


La rassegna propone circa 120 opere suddivise in tre sezioni: la prima presenta vasi e sculture realizzati nelle colonie greche dell’Italia meridionale dal VII sec. a.C.. Spicca il Torso Kouros in marmo bianco, proveniente dal Museo Archeologico di Firenze, qui eccezionalmente congiunto alla sua testa, in collezione privata.
La seconda sezione è dedicata all’antica Roma, dove per avere una scultura greca si ricorreva anche alla riproduzione di opere famose. Notevole è l’Apollo di Piombino in bronzo, ma con labbra e capezzoli in rame, proveniente dal Louvre (che lo presta assai raramente!)
La terza sezione illustra la passione per l’arte greca nei secoli, come modello di equilibrio e armonia per moltissimi artisti dal Rinascimento all’Ottocento. Sono quindi esposti, per ricordarne qualcuno, l’Abbondanza Grimani, l’Idolino delle collezioni Medicee e lo “Spinario” in bronzo dei Musei Capitolini.
In esposizione anche tre opere recentemente restituite all’Italia dal Paul Getty Museum di Los Angeles e dal Metropolitan Museum di New York.

“Una volta conquistata, la Grecia conquistò i suoi selvaggi vincitori, e portò le arti tra i contadini del Lazio” (Orazio)




Vaso di Eufonio, cratere attico a figure rosse, con il trasporto   del corpo di Sarpedonte ( 515 a .C.). Particolare

La mostra è visitabile fino al 6 Luglio 2008.

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