ARTE - A cura di Rosa Roselli
Tutti i diritti riservati
A cura di Rosa Roselli

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CORREGGIO
E L’ANTICO

(Roma, Galleria Borghese)




Correggio, Giove e Ganimede


Antonio Allegri detto il Correggio dal nome del paese dove iniziò e concluse la sua vita (1489 – 1534) visse sempre appartato, perciò di lui si hanno poche notizie che sono relative ai contratti di lavoro o alle ricevute di pagamento.
Nonostante si fosse formato in un ambiente provinciale, Correggio seppe creare un linguaggio pittorico vivace ed intellettuale che risulta assai originale in quell’epoca di rinnovamento artistico che fu il primo Rinascimento.
La sua prima determinante esperienza si svolse a Mantova, ove frequentò Mantegna, da cui apprese l’illusionismo prospettico. Tuttavia Correggio si arricchì nella tecnica grazie alla conoscenza dello sfumato leonardesco e del tonalismo giorgionesco. Lo studio poi delle opere di Raffaello, durante un viaggio a Roma nel 1518, lo portò ad un perfetto modellato, a maggior solidità compositiva e ad una disposizione armoniosa delle figure nel quadro
.




Correggio, Giove e Io


Tutti i suoi interessi maturano nella bellissima decorazione della Camera della Badessa Giovanna Piacenza nel convento di San Paolo a Parma (1519), dove le allusioni mitologiche sono sviluppate in festosa armonia con facili richiami a Mantegna, Leonardo e Raffaello. E’ tuttavia la decorazione della cupola di San Giovanni Evangelista (Parma) che dimostra come il Correggio si sia affrancato dall’influsso dei grandi Maestri a favore di una libera e dinamica composizione delle figure nello spazio, senza vincoli architettonici.
Questa nuova impostazione avrà la sua piena attuazione nell’Assunzione della Vergine, nella cupola del Duomo di Parma (1526-1530), dove si vede un turbinìo di corpi, ai quali un morbido chiaroscuro toglie ogni realtà.
Negli anni parmigiani l’artista produsse opere molto significative: dalla “Madonna di San Girolamo” (1527), in cui studia gli effetti della luce del meriggio, al suggestivo notturno dell’Adorazione dei pastori, dalla struttura compositiva in diagonale.
L’ultima produzione di Correggio è legata alle tele degli amori di Giove, commissionatagli da Francesco Gonzaga, duca di Mantova, per farne dono  a Carlo V. Tra il 1530 e il 1532 l’artista dipinse le storie di “Leda” (Berlino), di “Giove e Io” nella quale l’artista raffigura la ninfa sorpresa da Giove in forma di nuvola. In questa tela la rappresentazione dell’amore è piena di sensualità per la raffinata posizione della ninfa, a serpentina, e per la sua pelle opalescente; di “Ganimede” (Vienna) e “Danae” (Roma): opere soffuse di un sottile ed inimitabile erotismo oltre che di grande felicità pittorica.




Correggio, Venere e Cupido con un satiro



La mostra è visitabile fino al 14 Settembre 2008.

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