ARTE - A cura di Rosa Roselli
Tutti i diritti riservati
A cura di Rosa Roselli

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VIAGGIO IN-FINITO
1955 – 2008


(Milano, Triennale Bovisa)




 Hsiao Chin, La rinascita della Cina 1, 1990


Questa mostra ci porta a conoscere un artista cinese: Hsiao Chin (Shangai, 1935), uno dei fondatori del primo movimento d’arte astratta cinese: il gruppo “Ton Fan” (1957). La sua formazione artistica inizia a Taipei nell’atelier del pittore Li Chun-Sen. Nel 1956, grazie ad una borsa di studio spagnola, l’artista giunge in Spagna, dove conosce Tàpies e il movimento dell’avanguardia informale. Ben presto si trasferisce in Italia, a Milano e qui stringe amicizia con Fontana, Castellani, Crippa e il giovane Piero Manzoni. Successiva è l’esperienza americana. A New York incontra Rothko, De Kooning e gli altri maestri dell’espressionismo astratto. “Ma New York era una città durissima, non come in Italia dove amavano l’arte. In America l’arte è business, affare, e per me era difficile vendere. Guadagnavo molto bene insegnando, ma non era quello che volevo e così sono tornato”. Nel 1969 infatti Hsiao Chin ha insegnato pittura e disegno al Southampton College di Long Island University-New York; nel 1971 comunicazione visiva all’Istituto Europeo del Disegno a Milano; nel 1972 pittura e disegno alla Louisiana State University di Baton Rouge; nel 1983 anatomia artistica all’Accademia di Belle Arti di Torino e dal 1985 tecnica dell’incisione alla Accademia di Brera a Milano. Attualmente vive e lavora a Milano.



Chin, Viva l’indipendenza di Lituania, Lettonia e Estonia


I dipinti di Hsiao si distinguono per i colori che vanno dal giallo all’arancione al rosso, dal blu al viola, dalla stesura larga e felice. I suoi lavori riflettono un preciso percorso culturale e filosofico, legato al Taoismo. “Il Taoismo è lasciare essere” dice l’artista e ciò gli ha permesso di mantenere l’armonia con se stesso, l’ha preservato da qualsiasi imitazione artistica. Certamente alla base della sua pittura c’è Matisse, sul quale però si innesta la lezione della pittura americana, quindi di Rothko, Hofman, Newman…Fondamentali sono comunque la personale ricerca di Hsiao e la sua volontà d’indipendenza culturale, per cui nelle sue opere sono evidenti la naturale padronanza dello spazio e della forma, la presenza di un pensiero sottile che è nascosto, ma evidente. La rassegna attraverso cento dipinti racconta i cinquanta tre anni di lavoro del pittore cinese; narra di un viaggio di riconciliazione tra la gioia e il dolore, la vita e la morte, l’inizio e la fine di ogni cosa che vive.




Hsiao Chin, Senza titolo, 1961


La mostra è visitabile fino al 5 Aprile 2009.


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