ARTE - A cura di Rosa Roselli
Tutti i diritti riservati
A cura di Rosa Roselli

Tutti i diritti riservati


ARTE, GENIO, FOLLIA.
IL GIORNO E LA NOTTE DELL’ARTISTA


(Siena, Complesso Museale di Santa Maria della Scala)





 Van Gogh, Autoritratto, 1889


“Se si potesse trasformare completamente la sofferenza in creatività, si schiuderebbero nuove, incredibili possibilità.
Io cercherò di farlo nella misura del possibile”
(Kirchner)


La mostra è dedicata a quegli artisti che sono stati in grado di traslare la propria malattia mentale in opere d’arte, divenute ormai immortali e di grande interesse per quel sottile legame che da sempre unisce creatività e disagio psichico. La follia è come una figura allegorica, è la personificazione di una condizione dello spirito e del corpo; è la paranoia che colpisce gli artisti e che ha dato vita al movimento detto “ Art Brut”, termine con cui si indica ogni forma d’espressione  “bruta”, spontanea ed immediata, priva di intenzioni culturali e di sovrastrutture estetiche. “Art Brut” è un’espressione coniata da Jean Dubuffet nel 1945, con la quale l’artista francese ha indicato un’espressione artistica pura, spontanea, sincera, immune da qualsiasi condizionamento, fondata solamente sugli impulsi della psiche. A questa nuova concezione d’arte Dubuffet tenta poi di dare concretezza, presentando le opere raccolte in anni di visite negli ospedali psichiatrici di Francia e Svizzera e fondando, nel 1948, la “Compagnie de l’Art Brut”, in modo da collezionare e valorizzare le opere di persone spesso malate di mente e, quindi, sconosciute ed ignorate dalla critica d’arte, ma dotate di talento originale che si basa solo sulle proprie pulsioni. L’Art Brut non si identifica dunque con l’arte naif.




M. Ortolani, La nave dei pazzi


Nella mostra di Siena, curata da Sgarbi, è presente Van Gogh non solo con l’ “Ospedale di Saint Paul a Saint-Remy de Provence”, noto per l’episodio del taglio dell’orecchio, ma anche il “Giardiniere”, eccezionale opera dell’artista. Ci sono poi numerose opere di Munch con i suoi fantasmi ondeggianti, proiezioni dell’angoscia di morte che lo perseguitò per tutta la vita. C’è la follia di Ligabue con i suoi tragici autoritratti e gli animali dalle fauci spalancate…La rassegna analizza anche la storia del disagio psichico nei secoli, la follia della guerra in Picasso, Dix, Grosz…, la sospensione della ragione con Ernst, Masson, Brauner. E’ un viaggio nei labirinti della mente alla ricerca del limite tra genio e follia. All’esposizione è abbinata una visita all’ex villaggio manicomiale di San Niccolò, con una sosta al Conolly, il reparto di isolamento per i “pazzi agitati”: è l’unico esempio italiano di panopticon, la struttura di detenzione ideale, teorizzata a fine Settecento dal filosofo Jeremy Benthan.




A. Wildt, Il Puro folle, 1922


La mostra è visitabile fino al 25 Maggio 2009.


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