ARTE - A cura di Rosa Roselli
Tutti i diritti riservati
A cura di Rosa Roselli

Tutti i diritti riservati

BEATO ANGELICO.
L’ALBA DEL RINASCIMENTO











(Roma, Musei Capitolini)




Beato Angelico, Annunciazione


Guido di Pietro Trosin, meglio conosciuto come fra Giovanni da Fiesole detto Beato Angelico (Vicchio di Mugello 1387-Roma 1455), fu mandato dal padre agricoltore, all’inizio del 1400, a Firenze per studiare arte. Non si conosce la bottega fiorentina dove alloggiò, ma è noto che nel 1407 entrò nel convento di San Domenico a Fiesole e lì prese i voti, assumendo il nome di fra’ Giovanni da Fiesole. Dopo alcune vicissitudini dovute alle feroci contese per l’elezione di papa Alessandro V, nel 1418 l’Angelico è di nuovo nel convento di Fiesole, ove perfezionò l’arte della pittura, producendo numerosissime opere, per cui il Vasari scrisse: “Lavorò tante cose questo padre, che sono per le case dei cittadini di Firenze che io resto qualche volta meravigliato, come tanto e tanto bene potesse eziandio in molti anni, condurre perfettamente un uomo solo”. Nel 1436 la comunità domenicana si trasferisce a Firenze, chiamata da Cosimo de’ Medici. Il convento di San Marco venne riattato da Michelozzo; le opere artistiche furono assegnate all’Angelico che decorò il chiostro e le celle. Chiamato a Roma, l’artista dipinse in Vaticano la cappella dei Santi Stefano e Lorenzo, conosciuta come “studio” di papa Niccolò V, dal quale essa derivò il nome di cappella Nicolina. Nel 1452 fra’ Giovanni ritornò a Fiesole nell’antico convento e fu priore per tre anni. Ritornato ancora a Roma non si sa per quale incarico, vi spirò nel 1455 e fu sepolto in Santa Maria sopra Minerva. Beato Angelico ricevette un’educazione eclettica per cui dalle due maggiori correnti pittoriche toscane, quella giottesca e quella di Simone Martini, trasse e assimilò quegli elementi che hanno esaltato la sua personalità. Certamente ebbe contatti con i tre gruppi che, all’inizio del XV secolo, dominavano l’ambiente intellettuale fiorentino: le scuole dei miniatori, le botteghe degli ultimi giotteschi e il gruppo dei giovani architetti e scultori destinati alla gloria: Donatello, Brunelleschi, Ghiberti e Jacopo della Quercia. Nell’opera di Beato Angelico sono quindi ravvisabili gli influssi di questi tre gruppi a testimonianza della sua scrupolosa formazione. Nel 1430 circa c’è da parte dell’Angelico un interesse per l’opera di Masaccio, per cui l’Artista passa dal gusto gotico ad una concezione plastica e spaziale, fatta di luce e colore. Ci sono di conseguenza opere importanti come il “Tabernacolo dei Linaioli”, le Incoronazioni di Maria ed una grandiosa pala di San Marco. Sono timidi assaggi di un’arte sacra nuova, d’impianto rinascimentale e di autentica forma moderna. Dal 1438 al 1446 Beato Angelico eseguì nel convento di San Marco in Firenze lavori a decorazione e a fresco. Nelle parti da lui affrescate è evidente il lavoro di semplificazione formale che dà esiti di serena autorità monastica.



Angelico, Annunciazione, affresco, 1441-43



Celebrato a lungo e a torto come antitesi a Masaccio e alle nuove idee del Rinascimento, in lui convivono due atteggiamenti apparentemente contrastanti, ossia l’adesione alla cultura prospettica e una spiritualità tendente alla trascendenza, volta a far proselitismo secondo la dottrina domenicana. Da ciò il rifiuto del plasticismo e della razionalità costruttiva di Masaccio per dare evidenza alla bellezza ideale, non attaccata dal male, immersa in una luce diafana che assume un significato di trascendenza. Di ciò si accorgerà Piero della Francesca che porrà alla base della sua opera la pittura di Beato Angelico e la sua concezione di spazio definito dalla luce.
A 550 anni dalla morte, Beato Angelico viene celebrato con una grande mostra che documenta dettagliatamente la ricerca del Nostro, a partire dalle prime opere di gusto tardo-gotico (Madonna di Cedri) per giungere, infine, ai capolavori, quali: l’ “Imago Pietatis”, opera molto rara su pergamena, e il “Paradiso”degli Uffizi e ad opere mai esposte, dalla predella di Zagabria, alle “Stimmate di San Francesco” e al “Martirio di San Pietro”; all’ “Annunciazione” di Dresda, al “Trittico” della Galleria Corsini di Roma.




Angelico, Trittico Corsini, Roma


La mostra è visitabile fino al 5 Luglio 2009.


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