ARTE - A cura di Rosa Roselli
Tutti i diritti riservati
A cura di Rosa Roselli

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TELEMACO SIGNORINI E LA PITTURA IN EUROPA


 

(Padova, Palazzo Zabarella)




T. Signorini, Vegetazione ligure a Rio Maggiore, 1890
C. Corot, Paesaggio con lago, 1860-1873


Telemaco Signorini (Firenze 1835-1901) impara il mestiere dal padre Giovanni, pittore specializzato nelle vedute di Firenze, riprese ora dai colli ora lungo l’Arno e nelle piazze più importanti della città, destinate al Granduca di Toscana e ai turisti inglesi, in particolare. Proprio da questi turisti Telemaco deriva quello stile da dandy, elegante e disinvolto, ma anche un po’ svagato, che lo caratterizza non solo nella sua attività, ma pure nel modo di vestire. Il Nostro, durante il periodo della sua formazione, compie viaggi di studio. Tra il 1856 e il 1858 è dapprima a Venezia, dove assimila il colorismo della Scuola Veneta e l’amore per le piccole vedute; poi si sposta nella zona tra Lerici e Portovenere, in Liguria, dove si esercita a dipingere gli effetti di luce “dipingendo…donne portanti delle brocche d’acqua in capo” (T. Signorini). Nel 1885 si unisce al gruppo macchiaiolo che frequenta il famoso Caffè Michelangelo di Firenze e Telemaco è il primo ad introdurre l’esperienza della macchia in pittura, non senza suscitare polemiche e vivaci discussioni. L’artista, impegnato anche dal punto di vista politico-sociale, partecipa da volontario alla Seconda Guerra d’Indipendenza al seguito di Garibaldi. Questo momento è presente nella sua produzione pittorica in quadri di soggetto militare che, però, riguardano la vita e la sofferenza dei soldati nelle retrovie. Questo preciso taglio delle sue opere gli meriterà la medaglia all’Esposizione Nazionale di Firenze nel 1861. E’ l’avvio al successo vero e proprio non solo in Italia, ma anche all’estero.Infatti dal 1873 sarà ogni anno a Parigi, ma si recherà anche a Londra, Glasgow ed Edimburgo con una certa regolarità.




Foto 2A: T. Signorini, Sobborgo di Porta Adriana a Ravenna, 1875
Foto 2B: J. Tissot, La figlia del capitano, 1873 (particolare)


Nei suoi frequenti passaggi a Parigi l’artista incontra Corot, Zola, Manet, Courbet, ma stringe particolarmente amicizia con Degas che, forse, influenzato da Signorini e dal suo capolavoro:“La sala delle agitate nell’ospedale di San Bonifazio”, opera dall’atmosfera maledetta, dipingerà un suo famoso quadro “L’Absinthe” per denunciare un altro e diverso aspetto di pazzia femminile. Signorini ritrova a Parigi due vecchi amici: Boldini e De Nittis, ormai convertiti alla pittura mondana, mentre Signorini rimarrà sempre fedele al suo modo di vedere la realtà, senza cedere a facili lusinghe. Infatti chiude la sua carriera con un’altra bellissima opera, ma decisamente provocatoria: “La toilette del mattino”, ambientata in una casa chiusa di Firenze. Signorini non è stato solo pittore, ma si è distinto anche per il suo spirito polemico. E’ stato autore di numerosi scritti di impronta sociale che hanno pi avuto travaso in pittura. Ad esempio, simbolo dell’attenzione al sociale è il famosissimo lavoro “L’alzaia” (1864), nonché logo della mostra, in cui tre giovani uomini sono ripresi mentre trascinano, contro corrente, con enorme sforzo, un naviglio che nel quadro non c’è, ma se ne intuisce l’esistenza. In questa mostra sono esposte oltre cento opere dell’artista in raffronto con quelle di altri Maestri della pittura europea, come: Degas e Tissot, Decamps, Corot, Courbet, Rousseau… Il confronto è tagliato su temi  e tempi, per cui gli “interni” di Signorini sono in parallelo con quelli di Degas e Stevens; le vie delle città italiane  e non con quelle di Tissot.




T. Signorini, Kirkgate a Leight presso Edimburgo, 1882

La mostra è visitabile fino al 31 Gennaio 2010


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