ARTE - A cura di Rosa Roselli Tutti i diritti riservati |
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A cura di Rosa Roselli Tutti i diritti riservati |
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TELEMACO SIGNORINI E
(Padova, Palazzo Zabarella)
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T. Signorini, Vegetazione ligure a Rio Maggiore, 1890
Telemaco Signorini (Firenze 1835-1901) impara il mestiere dal padre Giovanni, pittore specializzato nelle vedute di Firenze, riprese ora dai colli ora lungo l’Arno e nelle piazze più importanti della città, destinate al Granduca di Toscana e ai turisti inglesi, in particolare. Proprio da questi turisti Telemaco deriva quello stile da dandy, elegante e disinvolto, ma anche un po’ svagato, che lo caratterizza non solo nella sua attività, ma pure nel modo di vestire. Il Nostro, durante il periodo della sua formazione, compie viaggi di studio. Tra il 1856 e il 1858 è dapprima a Venezia, dove assimila il colorismo della Scuola Veneta e l’amore per le piccole vedute; poi si sposta nella zona tra Lerici e Portovenere, in Liguria, dove si esercita a dipingere gli effetti di luce “dipingendo…donne portanti delle brocche d’acqua in capo” (T. Signorini). Nel 1885 si unisce al gruppo macchiaiolo che frequenta il famoso Caffè Michelangelo di Firenze e Telemaco è il primo ad introdurre l’esperienza della macchia in pittura, non senza suscitare polemiche e vivaci discussioni. L’artista, impegnato anche dal punto di vista politico-sociale, partecipa da volontario alla Seconda Guerra d’Indipendenza al seguito di Garibaldi. Questo momento è presente nella sua produzione pittorica in quadri di soggetto militare che, però, riguardano la vita e la sofferenza dei soldati nelle retrovie. Questo preciso taglio delle sue opere gli meriterà la medaglia all’Esposizione Nazionale di Firenze nel 1861. E’ l’avvio al successo vero e proprio non solo in Italia, ma anche all’estero.Infatti dal 1873 sarà ogni anno a Parigi, ma si recherà anche a Londra, Glasgow ed Edimburgo con una certa regolarità.
Foto 2A: T. Signorini, Sobborgo di Porta Adriana a Ravenna, 1875
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