ARTE - A cura di Rosa Roselli
Tutti i diritti riservati
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BOLDINI E GLI ITALIANI A PARIGI





(Roma, Chiostro del Bramante)




G. De Nittis, Sulla panchina al Bois


Questa mostra, se vogliamo, non ha nulla di innovativo, se non per una particolare atmosfera che circonda il protagonista principale ossia Giovanni Boldini. Senza ombra di dubbio l’artista è eccellente, nelle sue opere aleggia quel fin de siècle che affascina sempre e comunque. L’elemento nuovo di questa esposizione è l’aver affiancato al Nostro personaggio principale, altri artisti di non minore rilevanza, come: De Nittis, Zandomeneghi, Corcos, Mancini, Signorini, De Tivoli. Boldini, De Nittis e Zandomeneghi sono conosciuti per i loro lunghi soggiorni in Francia come gli “Italiani di Parigi”; gli altri, invece, vi si trasferirono per periodi più o meno brevi, in quanto interessati alle nuove tendenze e sperimentazioni. Giovanni Boldini (Ferrara 1842-Parigi 1931) vive a Parigi dal 1871 e lì dipinge soprattutto il teatro, i cavalli, i passanti, le folle in movimento della grande città, ma il suo nome è legato ai ritratti delle signore della società mondana. In certi ritratti femminili ha raggiunto un’eleganza estrema grazie alla velocità e alla spigliatezza del suo tratto pittorico. Ha ritratto le “femme fleur”, intendendo con tale espressione una donna ancora in bocciolo, secondo la definizione di Robert de Montesquieu, famoso esteta francese. Anche De Nittis (Barletta 1846-Saint-Germaine en Laye 1884) ottiene a Parigi un buon successo con luminosi paesaggi e con le delicate vedute cittadine, caratterizzate da un leggero e coinvolgente cromatismo.



 F. Zandomeneghi, L’ultima occhiata, Venezia, Ca’ Pesaro

Quando Federico Zandomeneghi (Venezia 1841-Parigi 1917) si reca oltralpe, è già un artista noto ed affermato nel gruppo dei Macchiaioli fiorentini, col soprannome di “Nappo Cane” per via del suo grande naso. Nel 1878 si avvicina agli Impressionisti, pur rimanendo legato alla tradizione veneta e toscana. Nel 1889 è premiato al Salon de Paris e le sue composizioni vengono apprezzate. Esegue nature morte, paesaggi, vedute parigine, nudi e ritratti. Si dedica con passione ai pastelli che gli consentono un disegno più rapido e colori caldi, illuminati da lievi sfumature. Vittorio Corcos (Livorno 1859-Firenze 1933) lavora a Parigi per il mercante Goupil tra il 1880 e il 1886, producendo scene di genere ed illustrando libri e riviste. I suoi ritratti sono molto eleganti e piacevoli. Serafino De Tivoli (Livorno 1826-Firenze 1892) studia a Parigi, dove conosce Courbet e Manet, assimilando il naturalismo romantico di T. Rousseau, Corot e della scuola di Barbizon. Ritornato a Firenze, fonda la scuola di Staggia, nella quale trasfonde le sue idee innovatrici sul tono e sugli accordi che influenzeranno i Macchiaioli. Antonio Mancini (Roma 1852-1930) lavora anche lui a Parigi per Goupil, ma la sua esperienza in terra francese fu di breve durata. Telemaco Signorini (Firenze 1835-1901) soggiorna più volte a Parigi per conoscere le nuove sperimentazioni. Apprezza gli artisti francesi e, in particolar modo, Degas, dal quale fu discretamente influenzato.



G. Boldini, Donna nuda distesa, Parigi


La mostra è visitabile fino al 14 Marzo 2010


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