Rubrica
a cura di Attilio Mazza


QUANDO GLI DEI CI PARLANO NEL SONNO



Artemidoro di Dadi, “Il  libro dei sogni”, testo greco a fronte, traduzione e note di Angela Giardino, introduzione di Giulio Guidorizzi, “Classici greci e latini” Bur (Rizzoli), 684 pagine, € 13,50


L’opera di Artemidoro di Dadi, “Il  libro dei sogni”, scritta nel II secolo d. C., è ancora oggi considerata fondamentale da quanti si occupano di divinazione e in modo specifico di onirologia. Il testo è ora riproposto, in edizione integrale, nella collana “Classici greci e latini” della Bur, con testo greco a fronte, nella traduzione e con note di Angela Giardino, ricercatrice di Letteratura greca presso l'Università di Pisa, e introduzione di Giulio Guidorizzi, docente di Drammaturgia del mondo antico presso l'Università di Torino.Artemidoro visse nel corso del II secolo d.C., l'epoca culmine dell'impero durante il quale la pax romana offriva sicurezza ai confini e ordine nelle provincie. Guidorizzi ricorda che nacque a Efeso, metropoli dell'Asia Minore, «ma nella sua opera si attribuisce come patria Daldis, una piccola città della Lidia, da cui era originaria sua madre (e questa predominanza della figura materna lascia intravedere una particolare emotività nella psiche del più grande esperto di sogni dell'antichità). La motivazione con cui Artemidoro spiega la sua scelta –- in un impasto di ingenuità e di narcisismo – è che egli intende illustrare Daldis, oscura località, piuttosto che Efeso, città ben altrimenti famosa. Era noto ai suoi contemporanei come esperto di letteratura divinatoria: il Lessico Suda (X secolo) gli attribuisce un trattato di divinazione sull'arte di trarre presagi dal volo degli uccelli (oionoscopia) e uno di chiromanzia. Egli stesso inoltre fa allusione ad altri scritti di onirocritica, composti prima del suo grande trattato».Artemidoro – scrive ancora il prof. Guidorizzi – godeva di una certa fama tra i contemporanei. E’ infatti citato da Galeno come uno dei massimi esperti del settore. Fu in contatto con personaggi altolocati e compì viaggi a Roma e in molti angoli dell'impero ed ebbe occasione di conoscere alcune personalità illustri, tra le quali Marco Comelio Frontone, noto retore e maestro di Marco Aurelio (di cui cita un sogno).«La fortuna della sua opera riuscì a superare i limiti cronologici dell'antichità e quelli geografici del mondo di lingua greca: possediamo infatti una traduzione araba del suo trattato da parte di Hunayn ibn Ishaq, vissuto nel IX secolo, che però si limita ai primi tre libri e dunque fa pensare che fosse stata condotta sulla prima edizione dell'opera di Artemidoro, che doveva ancora circolare accanto a quella in cinque libri. L'Interpretazione dei sogni è trasmessa da otto mani che dipendono da otto codici fondamentali». L’interesse del Rinascimento per le scienze occulte favorì la fortuna dell’opera di Artemidoro.Quanto fosse importante nell’antichità l’interpretazione dei sogni è ben noto: nessun generale avrebbe osato attaccare battaglia senza prima consultare gli auspici. E alla mantica ricorrevano tutti gli altri membri della società, dal più nobile e potente alla più misera e disperata vecchina. La previsione del futuro, nelle sue innumerevoli forme, è un tratto preminente del mondo antico.L’acuto testo di Artemidoro acquista per noi un particolare significato, oltre che per la centralità attribuita ai sogni dal mondo moderno a partire dalla nascita della psicoanalisi, anche perché ci offre l'opportunità di vedere da vicino la quotidianità di un mondo di cui conosciamo tutto, tranne la vita vera.