Rubrica a cura di Attilio Mazza Tutti i vantaggi della bontà
Stefan Einhorn, «Essere buoni conviene. L’etica nella vita di tutti i giorni», Mondadori, 166 pagine, € 14,00
«Perché essere buoni? Perché essere gentili? Perché comportarsi in modo eticamente corretto? La risposta è che esistono molte ragioni. Eccone alcune. Fare del bene ci fa stare bene. Alcuni studi hanno dimostrato che agire a favore degli altri provoca una sensazione di piacere. Le persone intorno a noi stanno bene se facciamo qualcosa per loro, ed essere circondati da gente felice è gratificante e stimolante. Indirettamente procuriamo vantaggi a noi stessi, perché quello che diamo agli altri, in un modo o nell'altro, ci torna indietro. Le società con un pensiero etico diffuso funzionano meglio delle altre. Otteniamo un mondo migliore. Anche se il singolo a volte può sentirsi impotente, non è così. Non va mai dimenticato che gli aspetti di una buona azione possono diffondersi come cerchi sull'acqua.» Così scrive Stefan Einhorn, oncologo e professore di Oncologia molecolare al Karolinska Institutet di Stoccolma, autore di numerose opere di divulgazione scientifica e di filosofia religiosa, nel saggio pubblicato da Mondadori, «Essere buoni conviene. L’etica nella vita di tutti i giorni». Il professor Einhorn illustra la sua tesi, vale a dire la convenienza di «essere buoni», anche con esperienze personali e aneddoti. «Abbiamo tutto da guadagnare – ribadisce – nell’essere buoni con i nostri simili e con il mondo che ci circonda, e molto da perdere nel non esserlo». Un’esortazione non puramente retorica o “buonista” bensì fondata su ricerche scientifiche e dati statistici che dimostrano come le buone azioni provochino un piacere fisico simile a quello ottenuto assumendo alcune droghe. La bontà, inoltre, genera un effetto domino che ricade positivamente su chi l’ha innescato, aumenta l’autostima e favorisce il successo. L’autore sostiene pure che la generosità conviene alle stesse comunità che compongono una nazione. E si pone quindi l’interrogativo: «Che cosa accade nelle culture che sono scarsamente etiche, in quanto non condividono sufficientemente con gli altri le proprie risorse, che non sono in sostanza generose»? La mancata ripartizione delle risorse mondiali tra Paesi ad alto, medio e basso reddito, ad esempio, crea problemi a tutti, anche a coloro che godono di condizioni privilegiate. Un libro insolito e concreto che aiuta a comprendere le ragioni per cui è necessario «essere buoni» per se stessi e per gli altri.
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