Rubrica
a cura di Attilio Mazza

UNA REALTA’ METAFISICA STRAORDINARIA



«Dialoghi con l’angelo», trascritti dall’ungherese Gitta Mallasz,
Edizioni Mediterranee, 366 pagine, € 24,50


Paola Giovetti, nota scrittrice e studiosa del pianeta mistero, nella post-fazione al libro da lei curato, «Dialoghi con l’angelo», trascritti dall’ungherese Gitta Mallasz – un successo internazionale ora pubblicato dalle Edizioni Mediterranee di Roma –, osserva che la stessa Mallasz nella nota introduttiva inquadra i colloqui nei drammatici avvenimenti che videro l'invasione dell'Ungheria da parte delle truppe tedesche. Fu quella l’inizio di una tragedia culminata con la deportazione degli ebrei e la morte nei campi di concentramento anche dei tre amici che furono con lei testimoni dalle eccezionali comunicazioni: Hanna, colei che ha fatto da tramite nella trasmissione dei messaggi, suo marito Joseph e la comune ad amica Lili.

Soltanto Gitta Mallasz, non ebrea, sopravvisse alle dolorose e inumane vicende storiche dopo aver tentato coraggiosamente, esponendosi a gravissimi pericoli, di salvare i tre testimoni. Assunse quindi l’impegno di far conoscere al mondo, in memoria degli amici scomparsi, un evento davvero eccezionale. Tuttavia solo dopo parecchi anni dalla fine della guerra ha potuto realizzare il desiderio di dare alle stampe le comunicazioni ricevute a partire dal 25 giugno 1943 e sino al 24 novembre 1944, in tutto 88 colloqui che disegnano una realtà metafisica straordinaria attraverso parole a volte semplici a volte poetiche.

Il messaggio è spesso difficile da comprendere, ma assai coerente, è invito a conquistare la dimensione interiore e a tendere verso la Luce. I dialoghi si svolsero in ungherese, lingua parlata solamente da dieci milioni di persone e ancora vicina alle proprie radici, vicina al vero significato della parola. Il nome Dio viene citato raramente nei dialoghi sostituito dal pronome ungherese Ő che comprende il concetto di maschile e femminile, e di conseguenza esprime chiaramente la divina unità. Nella traduzione in altre lingue tale pronome è stato sostituito da Lui, Suo, Sua, in corrispondenza all'antico concetto religioso di Padre degli occidentali.

Gitta Mallasz è mancata il 25 maggio 1992 e ha aspettato la morte con serenità. Aveva preparato in anticipo la lettera per annunciare la propria scomparsa gli amici. Questo il testo riportato da Paola Giovetti: «Ho lasciato il mio corpo, questo strumento prezioso che mi è stato donato per portare a termine il mio compito sulla terra. So che mi sarà donato un altro strumento più adatto al mio nuovo compito. Anche tu hai un compito, un compito unico. Eseguilo bene fino a che questo dono raro del Cielo – il tuo corpo terrestre – è utilizzabile. Altrimenti sarai vissuto invano».

Robert Hinshaw, grande amico di Gitta, nel breve commento all'edizione inglese riporta alcune frasi illuminanti della Mallasz: «Queste parole sono come semi seminati dagli Angeli. Essi hanno dormito nella terra per anni e sono spuntati in superficie per la prima volta nel 1976 con la pubblicazione francese: di qui hanno provocato un incendio – no, un fuoco di luce. Adesso il Nuovo, la Primavera dell’umanità, sta preparandosi – e queste parole rappresentano un'autentica possibilità per tutti».


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