ESOTERICA - A cura di Attilio Mazza
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IL PARADISO TERRESTRE: ORIGINI DI UNA LEGGENDA



Kurt Flasch, «Eva e Adamo. Metamorfosi di un mito»,
Il Mulino.152 pagine, €13.00


«La cultura occidentale non ha mai avuto un centro unico. Da sempre, o quanto meno a partire dai sofisti, è stata un crogiolo di forze contrastanti. Entro le sue coordinate Venere veniva contrapposta a Eva-Maria e Prometeo si affiancava a Adamo. Tuttavia è giusto affermare che la storia di Eva e Adamo è diventata uno dei motivi più possenti sia per le arti figurative sia per il pensiero delle tre religioni mediterranee. Certamente non da sola, ma in modo incontestabile, essa ha forgiato il nostro spazio vitale. Eva e Adamo ci hanno accompagnato lungo la nostra storia, si sono mostrati malleabili e dalle svolte decisive dell'Occidente sono usciti ogni volta trasformati. Nella loro immagine finiscono così col rispecchiarsi grandi spinte sociali, intellettuali e artistiche. E proprio perché trasformabili, sono rimasti presenze vive».
Kurt Flasch, professore emerito di Filosofia all’Università di Bochum, così introduce il suo saggio «Eva e Adamo. Metamorfosi di un mito», edito dal Mulino. Non si tratta, dunque, come già si può dedurre dal titolo, di un libro di teologia. E’ piuttosto un'indagine di confine fra storia dell'arte e storia delle idee. Tuttavia offre spunti di riflessione per quanti amano indagare su racconti che sono alla base di costruzioni religiose.
In primo piano c'è la donna che Dio volle dare come compagna all'uomo: Eva che nasce dalla costola di Adamo, Eva che si lascia sedurre dal serpente tentatore e afferra il frutto proibito, Eva che porta, in eterno, la colpa della perdita dell'Eden e del peccato originale. Un mito, quello della coppia originaria, che pervade l'arte, la fede e la cultura occidentale: lo si ritrova raffigurato sulla facciata di Notre Dame, nel portale d'Adamo a Bamberga, nella Cappella Brancacci a Firenze, nella Cappella Sistina in Vaticano. E lo si incontra, persine più spesso, in una ricca tradizione di testi che muove da san Paolo e sant'Agostino per giungere, attraverso una quantità di commenti medievali e moderni, sino a oggi.
Per molti secoli – scrive lo studioso – Adamo ed Eva hanno costituito «l'ideale normativo e l'incarnazione della nostra origine. Rappresentavano il paradiso perduto e, nel contempo, la nostra storia con la sua grandezza e miseria. Spiegavano l'evidente discrasia tra l'onnipotenza divina e la condizione dell'esistenza umana. Esibivano in modo paradigmatico il rapporto fra donna e uomo. Nella vita quotidiana, come nella vita culturale fino al secolo XIX, furono presenti in un modo assai più tangibile e visibile di quanto oggi riusciamo solo a immaginare. Il loro mito, del resto, è tuttora vivissimo».
Dopo aver presentato le immagini e i racconti delle diverse incarnazioni e interpretazioni che del mito sono state prodotte nel tempo, Kurt Flasch dà conto della rielaborazione che la cultura europea ha compiuto di un materiale mitologico, nato originariamente in Oriente, e indaga le dottrine e le costruzioni di pensiero originate dal racconto paradisiaco: il tema del peccato originale e della salvezza.