ESOTERICA - A cura di Attilio Mazza
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LA MALATTIA, UN MESSAGGIO DELL'ANIMA



Rüdiger Dahlke, «Malattia come simbolo. Dizionario delle malattie, sintomi, significato, interpretazione»,
Edizioni Mediterranee, 511 pagine, € 24,50


«L'idea di usare i quadri clinici come opportunità di crescita evolutiva è antichissima e riscontrabile, nella sua essenza, già nei libri sacri dei popoli. Nei tempi nostri relegata in secondo piano, a causa del tramonto della religione e la marcia vittoriosa della medicina scientifica e pressoché dimenticata, tale idea è ritornata in voga fin dalla prima pubblicazione di “Malattia e destino” nel 1983. Nel frattempo quest'approccio, ampliato e ulteriormente elaborato, sta entrando addirittura negli studi dei medici ortodossi».
Così scrive il dottor Rüdiger Dahlke, specializzatosi in medicina naturale e in psicoterapia, presentando il suo volume «Malattia come simbolo. Dizionario delle malattie, sintomi, significato, interpretazione», pubblicato dalle Edizioni Mediterranee. Si tratta di un manuale che descrive più di quattrocento quadri clinici, con oltre mille sintomi che aiuta ad autodifendersi da svariate patologie e favorisce, chi lo utilizzerà, ad assumersi la responsabilità di affrontare gli incombenti compiti d'apprendimento che ciascuna malattia impone.
L’interpretazione dei quadri clinici è un’arte antica che non si è però imposta, come si era sperato, attraverso terapisti professionali, ma grazie agli stessi pazienti che hanno informato i terapeuti del loro metodo, la maggior parte dei quali, in un primo tempo, non era propensa a seguire una via così semplice e plausibile. «Eppure, già da tempo si avvertiva l'importanza del significato e dell'interpretazione delle malattie, per esempio quando Viktor Frankl sottolineava: “La volontà di senso risiede nella vita. Se l'interpretazione del significato riesce, la malattia si supera più facilmente”».
«Il corpo – osserva ancora l’autore – è il palcoscenico di eventi psicologici inconsci». Lo scrittore Peter Altenberg affermava che «la malattia è il grido dell'anima offesa». Si tratta allora di scoprire «che cosa abbia offeso l'anima e, a tal fine, il corpo fornisce le indicazioni necessarie. Può diventare il palcoscenico sul quale troviamo rappresentati i nostri compiti di crescita e di apprendimento. Il modo di esprimersi del corpo è il linguaggio simbolico che incontriamo in tutte le tradizioni religiose, nei miti, ma anche nelle immagini delle fiabe e leggende e, ovviamente, nella lingua corrente con le sue formulazioni a volte così dirette. Da questo linguaggio d'ombra del quadro clinico è possibile dedurre il significato dell'evento, per trovare poi, attraverso un'elaborazione più oculata del tema, la soluzione».
Attraverso la comprensione del linguaggio del corpo ritroviamo, dunque, l'accesso alle nostre radici. E possiamo curare i mali che ci tormentano. Ma perché ciò avvenga è necessario comprendere i significati simbolici dei sintomi, ossia  decodificare il “messaggio” dell’anima.

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