ESOTERICA - A cura di Attilio Mazza
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PAURE ANCESTRALI E SPERANZE NEL SOPRANNATURALE



Wolfgang Behringer, «Le streghe», Il Mulino, 132 pagine, € 11,00

«Sono molte le culture in cui si crede che determinati individui abbiano il potere di fare del male ricorrendo a mezzi soprannaturali. Sul fatto che questi poteri esistano si possono avere idee diverse all'interno di una stessa società: spesso infatti la credenza nelle streghe viene combattuta da una corrente di pensiero la cui visione del mondo è preponderante, da una religione dominante o dal razionalismo della civiltà occidentale. Tuttavia, poiché la rappresentazione della stregoneria si fonda sul tema dell'inversione, del rovesciamento delle norme che una società considera centrali, essa presenta, quasi di necessità, caratteristiche ovunque simili.
A tale quadro di credenze vengono ricondotti comportamenti socialmente e sessualmente devianti, determinate caratteristiche dell'aspetto fisico, il sentire affinità con la notte, il contatto con gli spiriti e i demoni, raduni esoterici in cui si compirebbero terribili delitti come il cannibalismo o l'omicidio rituale di bambini. Alle streghe vengono inoltre attribuiti poteri straordinari, di natura arcaica, che non si possono spiegare solo da un punto di vista funzionale, come per esempio la capacità di volare, quella di trasformarsi in animale, di prevedere il futuro e di influenzare il corso della natura. Del resto, si è più volte fatto riferimento alla linea sottile che divide la stregoneria dalla santità».
Così scrive Wolfgang Behringer, già docente di Storia moderna all’Università di Yor e ora professore all’Università di Saarbrücken, introducendo il suo saggio «Le streghe», edito dal Mulino. Il libro, annota ancora l’autore, informa delle streghe «in relazione a una tematica più vasta, che ha suscitato l'interesse di studiosi di varie discipline accademiche: in primo luogo etnologi e storici. Tuttavia, il numero di persone che si sono occupate del tema non si limita agli studiosi di quelle discipline. Le circa trecento dissertazioni sulle streghe e su questioni connesse con la loro credenza scritte negli ultimi cento anni nell'area di lingua tedesca si dividono fra tesi di storia, diritto, teologia, psicologia, sociologia, etnologia, medicina, linguistica, cultura popolare e civiltà antiche. Le nuove domande che gli studiosi hanno iniziato a porsi, come pure le collaborazioni interdisciplinari, hanno collocato sotto una diversa luce l'età storica della caccia alle streghe. Questioni su cui un tempo si poneva l'accento, come la dottrina cristiana dei demoni, i processi dell'Inquisizione romana, la tortura giudiziaria usata nel procedimento penale, le fantasie misogine del clero o le mire dello Stato sulle confische, hanno perduto terreno nell'interpretazione del fenomeno. La scoperta che le persecuzioni contro le streghe furono auspicate in primo luogo dalla popolazione e che, nei casi estremi, furono portate a termine contro il volere delle autorità non scusa certo la Chiesa , la giustizia e lo Stato per il ruolo che svolsero nella repressione; e tuttavia lo relativizza. Al posto di tali fattori ha assunto maggiore importanza l'analisi delle strutture sociali e psicologiche».
Ed ecco, quindi, la tortura e l'uccisione delle streghe al di fuori della sfera culturale del cristianesimo e l’affermazione che stregoneria e persecuzione delle streghe sono temi che riguardano l'intera umanità. Fra antropologia e storia, dunque, il libro identifica alcuni tratti comuni del fenomeno e delle superstizioni attraverso i secoli e le diverse culture.