ESOTERICA - A cura di Attilio Mazza
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UN PECCATO SCRITTO NELLA CARNE



Francesca Rigotti, «Gola. La passione dell’ingordigia»,
Il Mulino, serie “I 7 vizi capitali”, 116 pagine, € 12,00.


La gola è un vizio che si vede, «perché inscritto nella carne, oltre che nell'anima», scrive Francesca Rigotti, docente nelle Università di Lugano e di Zurigo, introducendo il suo saggio «Gola. La passione dell’ingordigia», edito dal Mulino nella serie “I 7 vizi capitali”.
Ed è talmente connaturata alla “carne” che ci si chiede da varie parti, «se la gola appartenga davvero al novero dei vizi. Se lo chiedono implicitamente medici, dietologi e studiosi di alimentazione, per alcuni dei quali la grassezza è malattia, predisposizione ereditaria, condizione genetica. E se lo chiedono e lo richiedono, questa volta esplicitamente, i ristoratori che nel 2003 in Francia rivolsero in questo senso un'esplicita richiesta al Papa. Se lo chiedono infine tutti coloro che pensano che non abbia più senso parlare di peccati contro Dio (i più gravi addirittura «gridano vendetta» al suo cospetto), ritenendo molto più sensato e adatto alle circostanze parlare di vizi e peccati contro se stessi, anche perché i primi a star male, nel caso del vizio della gola, sono proprio i golosi».
E ancora : «Il nostro goloso il cui vizio si legge in faccia rischia persino di essere preso di mira da personaggi psichicamente labili». Così accade in Seven di David Fincher (Usa 1995). In questo film un saggio, pacato e colto commissario si è autoassegna il compito di punire, eliminandolo secondo la legge del taglione, un peccatore per ognuno dei sette vizi.
Il libro ripercorre le vicende dell'ingordigia, dagli smisurati e tragici banchetti del mondo antico ai menu del commissario Montalbano, dagli abusi gastronomici delle tavole imperiali all'insaziabile ingurgitare di Pantagruel. Se il rapporto col cibo è sempre stato difficile, ancor più difficile è trovare una misura tra concessione e proibizione. Ma poi peccato o malattia? Vizio volontario o predisposizione genetica, come si chiedono oggi dietologi e medici?