ESOTERICA - A cura di Attilio Mazza
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MAGIA E RELIGIONE



Dizionario di antropologia e etnologia, a cura di Pierre Bonte Michel Izard, Einaudi, collana “Grandi opere”, pagine 802, € 82,00


C’è un voce che subito colpisce nel “Bonte-Izard”, come viene chiamato abitualmente da molti antropologi, il "Dictionnaire de l'ethnologie et de l'anthropologie”, ora in edizione italiana a cura di Marco Aime, edita da Einaudi. Ed è quella relativa alla magia. L’ampia scheda si apre con un’osservazione di Schopenhauer nel 1836.
«Stupefatti – scrive il pensatore – per la persistenza con la quale, nonostante tanti insuccessi, l'umanità ha inseguito ovunque e sempre l'idea della magia, deduciamo che essa poggi su basi solide».
Simile stupore – è il commento – «non viene smentito dall'antropologia: la magia s'incontra davvero “ovunque e sempre”. In Europa, i rituali magici sono già praticati nella Grecia antica – lo stesso termine "magia" deriva dal greco – e, pur essendo entrati in una fase di declino in epoca moderna, continuano a sopravvivere anche nelle società industrializzate. Si è soliti studiare nell'atto magico i protagonisti, le circostanze della sua esecuzione e le interrelazioni tra tutti gli elementi coinvolti. Si distingue la magia preventiva dalla magia attiva, o ancora la magia bianca o benefica dalla magia nera o malefica».
Viene poi spiegato il significato delle varie magie e ricordato che «l'indovino presagisce l'atto magico antisociale e l'antistregone lo combatte». Quindi le pratiche magiche sono confrontate con religione e razionalità: «A partire dal XVI secolo, il sapere empiricamente verificabile prende le distanze da ogni forma di conoscenza dogmatica che si sottrae a priori a qualsiasi verifica sperimentale, come accade nel caso della fede religiosa, o che, come la magia, si fonda su false premesse. Tale ideologia intellettualistica ed evoluzionistica oppone la magia e la religione alla razionalità o alla scienza, associando quest'opposizione a un conflitto tra pensiero arcaico e pensiero moderno».
Sotto il profilo antropologico, mentre «la magia sembra essere legata a una richiesta individuale che il gruppo rivolge a suo vantaggio per beneficiare della cattura di forze occulte, la religione invece sembra essere una creazione collettiva e come tale ha una funzione d'integrazione. Fino ai giorni nostri si è spesso sostenuto che il pensiero magico sia proprio del pensiero primitivo e di quello infantile e che non sia pertanto diverso da altre forme di difesa, anche nevrotica, di fronte l'angoscia o altri sentimenti di alienazione».
Tuttavia «il pensiero magico è attento a ciò che è anormale o eccezionale, attribuendo, ad esempio, significato ad alcune caratteristiche individuali innate (psichiche: telepatia, veggenza; fisiche: deformità, gemellanza, epilessia) o sociali (capo, necroforo, pastore, matrona, vedova)».
Non è certo qui possibile soffermarsi sull’ampia analisi della magia. Basterà ricordare, per completare gli accenni – rimandando gli interessati al ricco volume Einaudi –, che nella pratica «si riscontrano varie forme di manipolazione anche nei rituali considerati religiosi, il che dimostra la compenetrazione di magia e religione».
La scheda è completata dalla bibliografia, strumento di ricerca per coloro che sono interessati al tema. Il dizionario è ricco di altre voci di particolare interesse attinenti all’esoterismo, fra cui: “Divinazione”, “Possessione”, “Sincretismno”, “Sogno”, “Stregoneria”, “Vodu”.