ESOTERICA - A cura di Attilio Mazza
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IL CENTRO DEL POTERE E DELLA RELIGIONE



Francesco Clementi, Città del Vaticano, Il Mulino, 142 pagine, € 11.00


La conoscenza dello Stato del Vaticano, dal punto di vista giuridico, è abbastanza limitata, in genere. Per quanti volessero approfondire il tema, una buona guida informativa è il saggio edito dal Mulino Città del Vaticano, di Francesco Clementi, docente di Diritto pubblico comparato all’Università di Perugia.
In premessa è utile rileggere quanto scrisse il prof. Avondo Francesco Ruffini: «Ritenuto che lo Stato della Città del Vaticano sia un vero Stato, bisogna concedere che esso è – precisamente come fu 1'antico Stato della Chiesa – uno Stato necessariamente, irriducibilmente, ineluttabilmente anormale, e cioè un unicum nella vita politica e giuridica dei popoli, allo stesso modo che un unicum fu nella storia ed è nel mondo moderno, e sarà finché sia per durare nei secoli, la Santa Sede ».
Uno stato anomalo, dunque, dove si coniugano potere e religione. Una monarchia assoluta per cui – scrive Clementi – risulta «difficile parlare di libertà e di diritti nel senso moderno e comunemente inteso, posto che entrambi i concetti trovano proprio nella natura intrinseca della forma di Stato e di governo vaticana l'ostacolo maggiore al loro riconoscimento. Dunque, seguire la via consueta che ha caratterizzato lo sviluppo e il radicamento dei valori del costituzionalismo moderno – cioè quella di tipo liberaldemocratico per la quale, generalmente, le libertà precostituiscono e valorialmente sostanziano i diritti che, a loro volta, danno loro un corpo concreto – porta a una lettura superficiale a dire che non vi sono né libertà né diritti nello Stato della Città del Vaticano. Tuttavia ciò non basta a chiudere il discorso, perché sarebbe in qualche modo erroneo oltre che miope. Anche lo Stato della Città del Vaticano, infatti, prevede nel suo ordinamento giuridico tutta una serie di diritti, sia per coloro che sono titolari della cittadinanza, sia per coloro che da stranieri – per lo più cittadini italiani – lavorano e operano in questo Stato. Peraltro non soltanto i cittadini vaticani sono pochissimi (565, secondo i dati statistici dell'ottobre 2008), ma per lo più sono persone che espressamente richiedono di accedere a tale status in ragione di un certo ufficio o carica e che dunque scelgono volontariamente il quadro giuridico che caratterizza questo ordinamento».
Non è certo possibile entrare qui nel merito di un tema tanto complesso. Basterà dire che nello Stato del Vaticano, tutto è organizzato gerarchicamente E’ fondamentale il luogo di culto per la religione cristiana, ma è anche una città nella città di Roma, cuore dell'espressione giuridica del governo centrale della Chiesa. Lo Stato della Città del Vaticano è sorto il 7 giugno 1929 (giorno dello scambio degli strumenti di ratifica dei Patti Lateranensi, firmati l'11 febbraio da Santa Sede e Italia) a conclusione della cosiddetta questione romana, che tanto aveva tormentato i rapporti tra Regno d'Italia e Stato pontificio dopo la breccia di Porta Pia nel 1870. La sua dimensione è di Quarantaquattro ettari, ma è un concentrato di ricchezze: dalle opere d’arte ai tesori nei caveaux segreti che si vuole custodiscano anche patrimoni esterni.