ESOTERICA - A cura di Attilio Mazza
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LA VERITÀ SULLA PIÙ PREZIOSA DELLE RELIQUIE



Barbara Frale, I templari e la Sindone di Cristo,
Il Mulino, 252 pagine, € 16,00

Nell'aprile 2008 Aldo Guerreschi e Michele Salcito hanno pubblicato sulla rivista “Archeo” i risultati di una loro ricerca sulla Sacra Sindone conservata nel Duomo di Torino, in rapporto alle giare di terracotta trovate nelle grotte a Qumran, presso il Mar Morto, diventate famosissime per aver nascosto per secoli i celebri rotoli con frammenti dei testi biblici in uso nella comunità degli Esseni. Secondo i due studiosi in una giara sarebbe stata conservata anche la Sacra Sindone ; e ciò sarebbe provato «dagli aloni lasciti dall'acqua sulla Sindone: in passato si era sempre creduto che quegli aloni fossero dovuti all'acqua usata a Chambéry per spegnere l'incendio, ma l'analisi ha rivelato una verità diversa. Proprio la forma delle bruciature di Chambéry permette di ricostruire il modo in cui la Sindone veniva riposta nel Cinquecento […] Le gore d'acqua invece documentano una piegatura completamente diversa, del tipo detto a soffietto, ma soprattutto imprecisa: i lembi non combaciano l'uno sull'altro e la piegatura centrale non cade nel mezzo del telo. Un simile modo di fare ricorda una massaia che tira via dal filo un lenzuolo steso ad asciugare, e in tutta fretta lo piega alla meglio […] Avvoltolato su se stesso a soffietto e poi chiuso, il telo non era teso ma aveva la parte anteriore afflosciata sotto il proprio peso. Dal modo in cui era sistemato si può ricavare anche la forma del contenitore dov'era stato messo: un contenitore di forma cilindrica, non molto grande, stretto e lungo»; una giara, appunto.
L’ipotesi apre un percorso nuovo per accertare la verità sulla Sindone, scrive Barbara Frale, storica ed esperta di documenti antichi, ufficiale dell'Archivio Segreto Vaticano, nel suo stimolante saggio di grande successo «I templari e la Sindone di Cristo», edito dal Mulino. E sarebbero stati poi i Templari a recuperare il prezioso lino che avrebbe avvolto il corpo di Cristo, giunto sino a noi attraverso molte traversie.
L’autrice documenta puntualmente tutti i passaggi avvenuti nei secoli, fra cui quello accennato che sembra collimare con altri forti indizi. Quasi come in un giallo, Barbara Frale snoda la sua ricerca su un doppio binario: la grande potenza acquisita dall’Ordine Templare sino alla sua drammatica fine decretata dal re di Francia Filippo il Bello nel 1314 per impossessarsi dei loro tesori; la storia della Sindone, venerata nel più assoluto segreto dai maggiori dignitari dell'Ordine, e conservata nel tesoro centrale dei Templari che avevano fama di essere le più alte autorità nel campo delle reliquie. In un'epoca di confusione dottrinale che aveva contaminato gran parte della Chiesa, la Sindone per i Templari rappresentava, infatti, un potente antidoto contro il proliferare delle eresie.
Lo studio della Frale scagiona anche i Templari dall’accusa di eresia con la quale il re di Francia giustificò lo sterminio dei monaci templari e la fine dell’Ordine: agli inizi degli anni Duemila ha rinvenuto negli Archivi vaticani un documento, noto come pergamena di Chinon, che dimostra come papa Clemente V intendesse assolvere il loro maestro e gli altri capi dell'ordine dall'accusa di eresia.