LA TEOLOGIA NON
PUÒ SMENTIRE
LA SCIENZA
Paolo Casini, Darwin e la disputa sulla creazione,
Il Mulino, 268 pagine, € 16,00
Paolo Casini ha insegnato Storia della filosofia presso l’Università
La Sapienza
di Roma, di cui è professore emerito. Ha pubblicato numerosi saggi ed è studioso dell'età dei Lumi e in particolare dell'influenza della scienza newtoniana sulla filosofia del Settecento da Voltaire a Kant.
In occasione del centocinquantesimo della “rivoluzione” darwiniana, o meglio dell’anno di pubblicazione del saggio Origine delle specie, ecco lo studio di Paolo Casini, Darwin e la disputa sulla creazione, edito dal Mulino che ripercorre le tappe delle meditazioni di Darwin sul dilemma selezione naturale/creazione e delle critiche alla sua teoria a partire da quelle mossegli dalla cultura vittoriane.
Quando il libro di Darwin diventò un best-seller, piovvero ovunque le critiche all’autore, al quale scrisse un amico «ma la teologia, più che la scienza, ha a che fare con questi attacchi». Parole che ancora oggi conservano tutto il loro valore.
Paolo Casini, dal canto suo, introducendo il proprio saggio annota: «Come è stato più volte affermato, la rivoluzione darwiniana segnò il passaggio decisivo dai miti sulle origini della vita a un'ipotesi razionale, dall'orizzonte limitato delle apparenze sensibili a uno scenario complesso di leggi biologiche: un sovvertimento analogo a quello che aveva segnato tra Seicento e Settecento l'avvento e le prime conferme fenomeniche della fisica gravitazionale. Come si era dissolto il modello geostatico del cosmo, così entrarono in crisi la supposta brevità dei tempi geologici, la stabilità illusoria della scala naturale e la fissità delle specie viventi, che risultarono errori del senso comune, consolidati in certezze apodittiche grazie all'uso dogmatico dei libri sacri. Come era accaduto durante la rivoluzione astronomica, l'inversione di prospettiva imposta dalla rivoluzione darwiniana contro 1'evidenza immediata fu di tale entità da costringere i più tenaci seguaci del creazionismo a una scelta imbarazzante: o condannare radicalmente la teoria dell'evoluzione in nome della fissità delle specie create durante i sei giorni mosaici, oppure ammettere paradossalmente che anche Darwin poteva esser considerato un uomo della provvidenza, perché aveva rivelato una grande verità rimasta celata a Adamo e alla sua discendenza».
Paolo Casini, nell’ultimo capitolo del suo saggio appena edito mostra come l'odierno revival delle tesi creazioniste e dell'«Intelligent Design» non faccia che ricalcare obiezioni fondate su premesse filosofiche ingenue e obsolete, del tutto analoghe a quelle del passato.
|