Coerentemente con i temi affrontati nei due ultimi incontri si pone in evidenza la necessità di approfondire quelle concezioni che complessivamente si possono raggruppare come ambiti dell’«occulto negativo» che avrebbero influenza sull'uomo. Ci riferiamo a tutto quel contesto culturale e religioso che spazia su demoni, diavoli, spiriti malvagi, ed altro.
Fondamentalmente - a ben vedere - si tratterebbe di temi di tipo antropologico, tutti riconducibili alla fondamentale debolezza dell'uomo di fronte a tutto ciò che gli appare sconosciuto, malefico, o comunque negativo nei sui confronti. Si tratta di un ambito vastissimo sul quale - ancora una volta - le religioni hanno costruito larga parte dei loro poteri di condizionamento, in una sorta di "terrorismo spirituale", proprio in forza del mancato riconoscimento nell'uomo dello Spirito in lui incarnato, quale sua vera forza e identità interiore. È cioè un'altra conseguenza atavica, ancestrale, della sua esteriorizzazione dispersiva, del rivolgersi cioè sempre verso l'esterno da sé, e non verso la sua interiorizzazione, dove risiede la sua vera potenza spirituale. Siamo di fronte ad uno dei fondamentali aspetti d’immaturità della condizione umana.
Nel contesto occidentale uno dei principali riferimenti è costituito dalla figura del cosiddetto "diavolo", statuito e personificato nell'ambito ebraicocristiano da Satana (da Satan, in ebraico "l'Avversario"), figura che si trova nel Libro di Giobbe della Bibbia. Un testo di grande rilevanza esoterica (benché non sia considerato e conosciuto in questo senso), nel quale si descrive il porsi in essere di una condizione karmica che si abbatte su Giobbe con una potenza devastante, che lo coinvolge nei suoi averi, nella sua famiglia, e nei suoi ambiti sociali. Il testo ha una grande capacità descrittiva, dove il Karma appare nella sua illogicità che trascende la possibilità di comprensione e spiegazione umana, condizione questa quanto mai veridica in tali ambiti di durissime esperienze.
Per altri aspetti il libro ha però incoerenze di fondo molto gravi poiché coinvolge la figura di Dio in una maniera illogica e banale. Nella realtà universale non è concepibile, infatti, che possa esistere una figura oppositiva a Dio, ciò in maniera assoluta.
La figura di Satana non può pertanto esistere, se esistesse sarebbe paradossalmente stato creato dalla stessa Divinità. In altri termini attraverso Satana Dio sarebbe il diretto responsabile del male, cosa che abbiamo già totalmente escluso perché concettualmente impossibile. Il principio del male sarebbe di fatto esistito originariamente in Dio ab-aeterno. Le stesse ragioni di mettere alla prova Giobbe appaiono di assoluta inconsistenza e incoerenza, in quanto Dio ne avrebbe dovuto conoscere a priori i risultati, proprio in virtù dei suoi attributi di onniscienza. Quindi Dio non avrebbe avuto alcuna necessità di questa "prova" verso Giobbe.
Sono poi state costruite altre personificazioni e figurazioni del male: altra figura assurda è quella di Lucifero, in cui sussiste altrettanta incoerenzar non è comprensibile, infatti, come un grande spirito di enorme evoluzione possa mettersi in contrapposizione a Dio, del quale deve forzatamente e necessariamente conoscere la grandezza e la potenza infinita; e ciò proprio in relazione a sé. La figura mitica di Lucifero, a questo punto, sembra contenere tali elementi di stupidità da annullare totalmente proprio la sua stessa condizione evolutiva.
In altri termini stiamo demolendo in maniera elementare queste raffigurazioni mitiche che non hanno alcun elemento di consistenza razionale, paradossalmente neppure sotto l'aspetto della stessa teologia. Non esiste, cioè, la figura del diavolo, come personificazione. Esiste certamente, e logicamente, una condizione non evoluta dello Spirito, ma le sue capacità, in questo ambito, sarebbero in pratica inesistenti, e totalmente sottoposte al controllo spirituale di altri piani evolutivi.
Fondamentalmente è impensabile che uno spirito inevoluto possa agire in totale libertà. Il contesto spirituale è ordine non caos!
È peraltro estremamente comodo attribuire a istigazione esterna tutto ciò che invece è dato dalla pochezza e debolezza umana. Tutta la sterminata pratica dell'animismo, dello sciamanismo, e delle drammatizzazioni psichiche eccetera, connesse alle pratiche di questo genere, sono elementi scaturenti dalla condizione psichica di individui con capacità scatenanti a livello di forze fisicomedianiche di bassissimo livello. Nei cosiddetti "medium ad effetti fisici" non vi è alcuna vera presenza di entità spirituali. Si registra in essi l'emergere di forze bio-psicoenergetiche dell'uomo, ancora in larga parte sconosciute. La biopsicodinamica ha perciò correttamente teorizzato questa condizione, nella quale ricadono in larghissima parte anche tutte quelle forme di autoguarigioni attribuite alla intercessione di una vastissima gamma di santi, beati, madonne, e sulle quali sono stati costruiti imponenti santuari. E ciò in una sorta di neopaganesimo di statue, reliquie, corpi imbalsamati, aberrante e totalmente distorcente dalla vera realtà spirituale.
Certamente la smitizzazione di tutto ciò non interessa minimamente all'ambito religioso che, invece, ne trae una sorta di legittimazione indiretta di grandissima portata, ottenuta in totale malafede, nella logica e perseverante volontà di condizionamento dell'uomo nelle sue debolezze. In questo senso si lascia sempre credere al "miracolo" di tipo religioso o intercessorio quando i presupposti sono ben altri. Nessuno dice che il cosiddetto "miracolo" non esiste come tale, ma che comunque ogni atto è consentito ab-aeterno da Principi e Leggi! Allora diventa miracolo ciò che ancora non conosciamo.
Paradossalmente accettare simili situazioni dovrebbe portare a pensare che il mondo spirituale sia in grado di interferire in continuazione con il piano umano e materiale, con quale concetto di giustizia e di ordine non è dato comprendere.
Altra questione fondamentale è quella in cui è direttamente l'uomo a costruire gli ambiti di spiriti malvagi da blandirsi e ingraziarsi, situazione - ad esempio - che avvenne in maniera particolarmente massiccia in Tibet e nella fascia himalayana del Nepal, Sikkim, Bhutan da parte del Lamaismo tibetano, e nella stessa Cina, attraverso la profonda degenerazione del Taoismo. Negli insegnamenti originari del Buddha e Lao-tzu non si trova nulla del genere, esempio pratico di tutte le imponenti degenerazioni a cui vanno soggette nei tempi le religioni.
Tutte le religioni asiatiche (e non…) hanno trovato utile lasciar sviluppare queste credenze. E ciò al fine di porre in essere tutte quelle forme esorcistiche e di mediazione che davano (e danno tuttora) potere e ritorni economici notevolissimi.
Fatto un quadro di questo tipo, ben poco o nulla rimane di queste presenze malvage e minacciose che dovrebbero assediarci, mentre invece il mondo dello Spirito rappresenta una presenza d'amore verso il mondo degli incarnati, i quali altro non sono che fratelli in una diversa e provvisoria condizione nella materia del corpo. Che poi da questo infinito mondo dello Spirito possa venire una qualche particolare forma di aiuto o protezione è sicuramente possibile (se non certo); ma si tratta di un ambito che rientra nel quadro della continuazione dell'esperienza terrena, un'azione di aiuto e direzione che peraltro non ci è dato conoscere. A nessuno viene detto a quali e a quanti pericoli è scampato nella sua vita! Nella logica delle cose è molto più probabile (o certo!) che avvenga questo aiuto amorevole sconosciuto e silenzioso rispetto al cadere preda di forconi infernali, zampe caprine o teste cornute.
Ognuno, in questo senso, deve ritrovare la potenza e il giusto orgoglio della propria realtà come Spirito, al di là, cioè, di ogni miserevole pietismo, e ogni ombra o difficoltà. All'uomo si riveleranno solo apparenti gli esseri infernali di fronte alla potenza dello Spirito che dissolve ogni tenebra.
Al prossimo incontro con l'augurio ad ognuno di cercare e trovare la propria forza spirituale.
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