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RECENSIONI è la sezione dedicata a tutti coloro che amano avere la compagnia di un libro, magari che li aspetti la sera sul comodino. Proporremo un Libro Amico ogni settimana, indicandone il genere, il grado di difficoltà, i temi e le qualità.

Tursun Bey

«La conquista di Costantinopoli»

Mondadori, collana Islamica, 400 pagine, € 16.00


La nuova collana Mondadori “Islamica”, si arricchisce di un nuovo titolo: «La conquista di Costantinopoli», di Tursun Bey con introduzione e note di J. L Bacqué-Grammont e Michele Bernardini, traduzione di Luca Berardi.

Sin dalle origini dell'Islam, Costantinopoli aveva rappresentato per i musulmani una preda quanto mai ambita. Già poco dopo la morte di Maometto, alcuni dei suoi seguaci si erano spinti sin sotto le mura della città, ma la "seconda Roma" aveva sempre resistito a ogni assalto. Solo molto più tardi, nel 1453, un altro Maometto, Mehmed II, il sultano ottomano che portava lo stesso nome del suo Profeta, riuscirà a realizzare quell'antico sogno.

Finora conoscevamo la caduta di Costantinopoli con occhi bizantini: i palazzi e le chiese in rovina, il tesoro vuoto, la terribile eclisse di luna del 24 maggio 1453, la morte dell'imperatore Costantino in battaglia, Santa Sofia spogliata dalle offerte dei secoli.

Nel capolavoro del maggiore scrittore turco, Tursun Bey, per la prima volta tradotto in una lingua occidentale, gli eventi sono visti con gli sguardi avidi e lampeggianti di Maometto II. Bey, biografo ufficiale del sovrano, scrisse una relazione dell'impresa, originariamente intitolata "La storia del Padre della Conquista". La prosa è disseminata di versi poetici; l'arte retorica è spinta ai suoi limiti estremi e la mano di Dio aleggia costantemente sull'operato degli uomini, buoni o cattivi.

Il giovane Sultano, dopo aver conquistato Costantinopoli, la ridisegna, la ricostruisce, attrae abitanti. Affascina il mondo, assale l'Europa, massacra i cristiani: niente può resistere alla furia scatenata dell’«Ombra di Dio sulla Terra».

"La conquista di Costantinopoli" è un grandioso trionfo verbale barocco. Bey racconta gli eventi: rappresenta le vicende degli astri, che influiscono sulla Terra; descrive le acque del Bosforo, e le erbe, i fiori, i venti tiepidi e il canto degli uccelli, che ogni primavera rinnovano miracolosamente il mondo. Tutto si muove, si accende di colori: rosso sangue, oro verde, azzurro squillante, come nella più splendida miniatura persiana.


Attilio Mazza



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