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RECENSIONI è la sezione dedicata a tutti coloro che amano avere la compagnia di un libro, magari che li aspetti la sera sul comodino. Proporremo un Libro Amico ogni settimana, indicandone il genere, il grado di difficoltà, i temi e le qualità.

Michael Burleigh

«In nome di Dio. Religione politica e totalitarismo da Hitler ad Al Qaeda»

Rizzoli collana storica, 634 pagine, €24.00


Michael Burleigh ha insegnato a Oxford e in varie Università degli Stati Uniti e collabora a numerosi quotidiani con articoli su religione, storia e politica. Uno dei suoi ultimi lavori è il saggio «In nome di Dio. Religione politica e totalitarismo da Hitler ad Al Qaeda», pubblicato da Rizzoli nella collana storica e tradotto da Alessandro Pandolfi e Massimo Scaglione.

L’autore scrive nella prefazione che non è questa una storia del cristianesimo o di altre religioni. Il libro si colloca in una zona intermedia in cui la cultura, le idee, la politica e la fede religiosa si incontrano in uno spazio che lo stesso Burleigh non sa definire. Annota, inoltre, che il saggio non vuol essere una storia delle istituzioni religiose o una storia delle idee o della teologia. La sua ambizione di fondo è stata quella di scrivere una storia coerente dell'Europa moderna, impegnata su tematiche intellettuali piuttosto che su questioni meramente materiali.

Negli anni successivi alla prima guerra mondiale l'Europa, gravemente provata dal lungo conflitto, costituì un terreno ideale di coltura per le appassionate predicazione di fanatici visionari e di profeti che offrivano religioni politiche alternative a quelle ufficiali. Sorsero così e si alternarono nel continente movimenti che riuscirono a dar vita a totalitarismi con aspirazioni onnicomprensive: il comunismo, il fascismo, il nazionalsocialismo i quali, pur con diversità anche rilevanti tra loro, proponevano i paradisi in terra, la giustizia sociale e la creazione di un uomo nuovo. Il partito veniva idealizzato e il capo quasi divinizzato, investiti entrambi di una dimensione sacrale nel corso di adunate e grandiose manifestazioni producendo inevitabili scontri con le chiese ufficiali.

Nel solco tracciato dai totalitarismi del 900 trova la sua collocazione anche il recente movimento del fondamentalismo islamico alla ricerca di un improbabile riscatto da una deludente situazione politica economica e sociale del mondo musulmano in genere. Ai seguaci viene promesso che il popolo dell’Islam, riunito sotto un solo governo totalitario e guidata da una sola legge, la sharia, potrà avviarsi a un luminoso futuro. Soltanto in parte, secondo l’autore, il terrorismo di questa matrice può essere considerato un fenomeno nuovo. Esso, nella sostanza, ricalca movimenti già presenti nel mondo occidentale e comunque non costituisce una minaccia paragonabile al rischio di catastrofe nucleare che ha accompagnato gli anni della guerra fredda.


Attilio Mazza



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