«Gli Stati Uniti d'America nacquero, per atto del Congresso continentale delle colonie unite, il 2 luglio
1776. L
'evento fu annunciato al mondo due giorni dopo, il 4 luglio, con la pubblicazione della Dichiarazione di indipendenza; e divenne un fatto irreversibile a conclusione della guerra rivoluzionaria nel 1783. Perché gli Stati Uniti diventassero qualcosa di simile a ciò che conosciamo oggi, in termini di territorio, popolazione e forma di governo, dovette tuttavia passare almeno un intero secolo. Ci volle un secolo al nuovo stato per acquisire i suoi confini definitivi e per conquistare davvero il territorio, tramite una serie di trattati internazionali con gli imperi europei e di guerre contro le nazioni vicine (il Messico e le nazioni indiane autoctone, che ne furono distrutte). Ci volle un secolo per formare una popolazione nuova e numericamente consistente, tramite l'immigrazione europea e la crescita degli schiavi africani, e per decidere infine che essa dovesse essere tutta libera; la schiavitù a base razziale cessò di esistere solo in seguito a una devastante guerra civile. Ci volle un secolo per trasformare la repubblica postrivoluzionaria in una democrazia elettorale maschile a base di massa, e per affermare che il federalismo delle origini non implicava per i singoli stati il diritto di secedere e rompere l'unione; e anche qui, fu la guerra civile a risolvere la questione. Il primo secolo di vita del paese, dunque, fu tutt'altro che un periodo di pace».
Arnaldo Testi, docente di Storia degli Stati Uniti all’Università di Pisa, introduce con queste parole il saggio «
La Formazione
degli Stati Uniti», edito dal Mulino. In questo arco storico gli Stati Uniti mantennero i tratti di un insediamento coloniale pluricentrico, bianco ed europeo, impegnato a estendere il suo dominio e a discutere se e come tenere sotto controllo i popoli non bianchi. Nel contempo, svilupparono una democrazia radicale che, associata a una dinamica economia capitalistica, mostrò una forte carica espansiva geografica, politica e ideale, diventando la grande potenza che ancora oggi conosciamo.
Attilio Mazza