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Emanuel Kerry,
«Piccola lezione sul clima»
Il Mulino, 98 pagine, € 9,00.

Gli scienziati sembrano concordi su un dato di fatto: il clima sta cambiando. E molti ritengono che la responsabilità sia attribuibile ai comportamenti umani. Vi sono divergenze di valutazione, invece, su tempi, su ritmi e sull’entità del riscaldamento globale.
Franco Prodi, docente di scienze matematiche, fisiche e naturali all’Università di Ferrara, nel saggio che introduce l’agile pubblicazione di Emanuel Kerry, insegnante di Scienze dell’atmosfera al Massachusetts Institute of Tyecnology, edita dal Mulino e intitolata «Piccola lezione sul clima», scrive che le comparazioni climatiche possono essere fatte solamente sugli ultimi duecento anni, gli unici «per i quali si possono avere misure fisiche di parametri meteorologici». Il dato offre l’idea della difficoltà di ricavare previsioni in qualche modo attendibili.
La ricerca, su cui si basano le osservazioni di Kerry, pone in evidenza come la temperatura dell’aria si sia mantenuta più bassa, nell’intero periodo 1803-2003, sino a prima del 1860. Il 1861 fu l’anno più freddo a causa del materiale gassoso immesso nella stratosfera dall’eruzione vulcanica del Tambora in Indonesia. Successivamente la temperatura ebbe una tendenza a valori un poco più alti. E dopo il massimo relativo intorno al 1950 vi fu una lieve diminuzione sino alla fine degli anni ’70, seguita da un periodo di forte crescita culminata nel 2003, il più caldo dell’intero ciclo. Le osservazioni, in sintesi, documentano nell’ultimo secolo un aumento delle temperature di 1,3 °C . Lo studioso conclude affermando che i rilievi compiuto nell’arco di due secoli della storia dell’uomo rappresentano «un battito di ciglia rispetto all’intera storia del pianeta». Tuttavia è un «battito di ciglia» che si verifica per la prima volta con queste caratteristiche. E ben si giustifica, quindi, l’attenzione sull’effetto antropico.
E’ dunque necessario prendersi cura della salute del nostro pianeta. Come stanno facendo Europa, Giappone, India e Cina, «pronti a diventare fornitori di nuove tecnologie energetiche per uno sviluppo sostenibile». Mentre gli Stati Uniti sembrano decisi a cambiare rotta, impegnandosi in difesa del pianeta, grazie al nuovo presidente Obama.


Attilio Mazza