Tutti i diritti riservati

Riccardo Brizzi e Michele Marchi
«Charles de Gaulle»
Il Mulino, 252 pagine, € 18,50

«Il patriottismo di de Gaulle era radicato profondamente sin dalla più tenera età, favorito dall'educazione familiare (rifiutando di condannare Dreyfus il padre gli aveva fatto comprendere come 1'amor di patria non dovesse essere un proclama di facciata e come non esistesse onore senza giustizia) così come dalla sua passione per autori profondamente nazionalisti come Charles Péguy e Maurice Barrès. La cattività forzata durante la fase decisiva della prima guerra mondiale, pur rattristando profondamente il giovane capitano impossibilitato di partecipare fisicamente alla prosecuzione dei combattimenti e alla vittoria finale, gli permise comunque di affinare la cultura, la “piuma” (sarà proprio durante la prigionia che scriverà il primo libro, La discorde chez l'ennemi, pubblicato nel 1924) e, più in generale, lo spirito di osservazione. A sorprendere è soprattutto la sua precoce consapevolezza, espressa nelle ultime lettere dalla prigionia, di come la pace raggiunta fosse da considerarsi fragile e temporanea. Anche la conclusione della conferenza di Versailles non fu interpretata da de Gaulle come un accordo di pace ma come una sorta di armistizio provvisorio: “Ciascuno sa, ciascuno sente che questa pace non è che una modesta coperta riposta su ambizioni insoddisfatte, su odi più vive che mai, su collere nazionali mai spente”».
Così Riccardo Brizzi e Michele Marchi, ambedue dottori di ricerca in Storia contemporanea dell'Università di Bologna, individuano le radici del pensiero e dell’azione di uno dei personaggi che ha segnato indelebilmente la più recente storia della Francia, nel libre intitolato Charles de Gaulle, edito dal Mulino.
Il volume ricostruisce la biografia politica di de Gaulle concentrandosi in particolare su quattro fasi della sua esperienza storica e politica. La prima lo vede affermarsi come protagonista indiscusso della Resistenza francese e della transizione postbellica, sino al temporaneo ritiro dalla scena politica, nel gennaio 1946. La seconda fase è quella del cosiddetto «gollismo d'opposizione» (1947-1958), gli anni della contrapposizione frontale di de Gaulle con il sistema della IV Repubblica. La terza comprende lo snodo cruciale degli anni 1958-1965: dalla fondazione della V Repubblica alla stabilizzazione politico-istituzionale del sistema con la soluzione della questione algerina, l'introduzione dell'elezione a suffragio universale diretto del capo dello Stato e la vittoria alle presidenziali del 1965. Infine, sono raccontati gli ultimi anni della presidenza, contrassegnati dal notevole attivismo del Generale sulla scena internazionale e dal contemporaneo indebolimento della sua leadership sul piano interno, come testimoniano gli eventi del maggio '68.

Attilio Mazza