Che cosa c’è sotto la superficie delle acque del «mare nostrum»? Se in quelle degli oceani vi sono enormi “isole naviganti” di rifiuti di plastica, sotto quelle del Mediterraneo c’è ben altro. Lo rivela il giornalista dell’Espresso Riccardo Bocca, autore di numerosi libri d’inchiesta.
Al largo delle coste calabresi, in uno dei mari più pescosi d'Italia e davanti a spiagge spesso affollate di bagnanti, sarebbe sepolta una nave carica di rifiuti radioattivi, fatta naufragare e trasformata in una letale discarica. Questo afferma il pentito Francesco Fonti, che avrebbe presieduto all'affondamento. Partono le ricerche, la notizia viene smentita, anche da alte cariche dello Stato. Si tratta solo di psicosi di massa, alimentata dai media?
Riccardo Bocca, primo imputato nell'accusa di diffondere un panico ingiustificato, dimostra non soltanto che l'ipotesi della nave è certa, ma anche che le navi sono tante. Un sistema clandestino di occultamento dei rifiuti "indesiderati", del quale fanno parte cosche mafiose, servizi segreti di Paesi che desiderano far sparire le proprie scorie, e il governo italiano, che ha un tale interesse a non far sapere nulla da pagare Fonti, affinché smetta di parlare.
E mentre la zona di Cetraro, in Calabria, presenta valori stellari nelle incidenze di alcuni tumori, chi prova ad accertare la verità viene depistato o fermato per vie ufficiali. E se, come il capitano Natale De Grazia, decide di continuare nonostante tutto, muore in circostanze "inspiegabili".
A cura di Attilio Mazza