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D’Annunzio essenziale, antologia,
Centro nazionale di Studi dannunziani di Pescara


cura di Attilio Mazza

Il Centro nazionale di Studi dannunziani di Pescara, presieduto da Edoardo Tiboni, è un istituto attivo dagli anni Sessanta e, in circa mezzo secolo, ha organizzato 35 convegni, dato alle stampe 52 volumi sugli scritti e la vita del poeta, pubblicato 56 fascicoli della Rassegna dannunziana, punto di riferimento internazionale per gli studiosi. L’ultimo libro edito dal Centro, con il sostegno del Comune di Pescara, s’intitola D’Annunzio essenziale, antologia di scritti destinata ai giovani. Giuseppe Papponetti, studioso fra i più accreditati, assegna nell’introduzione al Centro Studi di Pescara il merito di aver fatto uscire dall’ombra Gabriele d’Annunzio, come grande poeta e letterato di statura europea, dopo i primi decenni di ostracismo «del dopoguerra. Ed ecco, in questa antologia, le pagine più significative non solamente di Alcione, ma anche della Figlia di Iorio e del Piacere, testi di grande valore letterario che non si possono dimenticare.
«Mi rendo conto – scrive Edoardo Tiboni presentando l’antologia – che raccogliere alcuni testi dannunziani con il titolo D'Annunzio essenziale può sembrare riduttivo e temerario, ma più volte, nell'ormai lungo corso della nostra attività di promozione degli studi dannunziani, mi sono chiesto se e come comporre un libro "essenziale", la cui lettura potesse rendere un giovane, al suo primo approccio con la grande produzione dannunziana, dalla lirica alla narrativa, alla drammaturgia, consapevole del suo valore. Evitando i limiti e la soggettività di una scelta antologica, si è preferito affidare l'incontro del lettore con d'Annunzio, a tre opere, certamente tra le più rappresentative della sua arte: la poesia di Alcyone, la prosa de Il piacere, la tragedia de La figlia di Iorio. Tra i rimpianti maggiori, l'esclusione del Forse che sì Forse che no e soprattutto del Notturno. Resta l'auspicio che il giovane lettore dopo questa prima esperienza si proponga di proseguire nella lettura dei tanti altri capolavori dannunziani».